Eccola qui. E buon anno a tutti!
Il primo veicolo antincendio elettrico del mondo è stato realizzato in Francia nel 1899. Di tale mezzo semovente esistono solo alcune fotografie scattate nelle officine dei vigili del fuoco di Parigi a corredo di un articolo pubblicato il 25 luglio del 1900 sul settimanale francese La nature. L’autore dell’articolo, G. Cerbelay, descrive molto dettagliatamente la “Pompe automobile électrique du Régiment de sapeurs-pompiers de Paris” affermando che si tratta di un mezzo pesante 2.900 kg a pieno carico, capace di muoversi ad una velocità di 15 kmh, con una autonomia di 60 km garantita da una serie di batterie BGS da 180 Ah, trasportando 6 pompieri, un idrante arrotolato su un rullo ed una pompa da 4 atmosfere. Lo stesso motore che assicura la trazione, a veicolo fermo aziona la pompa antincendio che attinge da un serbatoio di 400 litri. Le batterie, del peso complessivo di 520 kg, alimentano anche un faro posto nella parte anteriore della “Pompe automobile”. Nell’articolo è illustrata anche un’altra versione del veicolo, attrezzata con un ponteggio sul quale sono collocate diverse scale bloccate con un arganello. Insomma, una vera e propria autoscala! L’autore loda i vantaggi di questi automezzi a propulsione elettrica rispetto ai carri a trazione animale e si sofferma in particolare sulla pompa, sottolineandone la superiorità nei confronti delle pompe a vapore in uso all’epoca, che richiedono molto tempo per andare in pressione, mentre quella elettrica è immediatamente disponibile. Dopo una serie di prove dall’esito soddisfacente, la municipalità di Parigi avrebbe ordinato cinque esemplari di “Pompe automobile”. E qui si nota una incongruenza, perché secondo l’estensore dell’articolo essa sarebbe stata costruita nella stessa officina dei pompieri parigini, sotto la supervisione degli ingegneri Cordier e Voilquin. A chi, quindi, verrebbero ordinati gli altri esemplari? E’ assai probabile, in realtà, che l’intero veicolo (e non solo le batterie “BGS”) sia stato costruito dalla Bouquet, Garcin & Schivre, una ditta con sede a Neuilly-sur-Seine che risulta aver realizzato fra il 1899 e il 1906 alcuni affidabili modelli di automobili con motore elettrico, dotate di un robusto telaio metallico. Su questi telai sono state, quasi certamente, allestite l’autopompa e l’autoscala descritte nel servizio illustrato del settimanale. Quanto invece alle automobili Bouquet, Garcin & Schivre, si tratta di piccole vetture, del peso complessivo di circa 1200 kg, dove le batterie (pesanti 400 kg) sono alloggiate nella parte anteriore, mentre il motore, pesante 80 kg ed erogante una potenza di 4 cavalli, è collocato fra le ruote motrici posteriori. Secondo le cronache dell’epoca, una di queste vetture elettriche partecipa nel 1900 alla corsa Parigi - Ostenda riuscendo a percorrere 262 chilometri senza dover ricaricare la batteria. Una vera e propria Tesla ante litteram! In effetti, non c’è da meravigliarsi, perché alla fine dell’Ottocento, agli albori della motorizzazione, non è ancora chiaro quale sistema di propulsione sia il migliore per la "voiture automobile". Il campo è diviso tra i sostenitori del motore a scoppio e quelli che ritengono più adatte la trazione elettrica o a vapore. I motori a benzina sono più potenti, tuttavia emettono cattivo odore, fanno molto rumore e sono difficili da avviare. Quelli con propulsione a vapore, pur essendo assai affidabili, producono grande calore e richiedono parecchio tempo (almeno mezz’ora) prima di andare in pressione ed essere in condizione di operare. I veicoli elettrici sono viceversa silenziosi e puliti, ma hanno il problema della scarsa autonomia. Allo scopo di mettere alla prova le varie tecnologie, proprio nel 1899 il giornale La France Automobile decide di indire una serie di manifestazioni velocistiche su strada, misurando la velocità delle vetture sul chilometro lanciato. Ebbene, la storia ci dice che a risultare la più veloce, raggiungendo i 105,8 km/h, sarà la vettura elettrica Jamais contente, pilotata dal belga Camille Jenatzy.
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