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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: lunedì 16 novembre 2020, 19:07 
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GASP, bellissimo! :shock:
E questa è anche l'ulteriore dimostrazione che i discorsi "non ho un posto per il plastico" lasciano il tempo che trovano.

Qui c'è realismo a vagonate in davvero poco spazio, complimenti.


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: martedì 17 novembre 2020, 16:18 
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Continuiamo a parlare dei deviatoi. Gli aghi sono complessi, devono rispettare alcune caratteristiche meccaniche e dinamiche, quali i perni di rotazione e la precisione del movimento e devono rispettare anche le caratteristiche di geometria, per conservare lo scartamento lungo tutto l’apparecchio. Per inciso le gole sono progettate per adeguarsi alle ruote code 88 RP25, ma ho riscontrato vanno benissimo anche le ruote Proto 87.

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La fotoincisione del deviatoio reca, sul lato inferiore la sede circolare che funge da perno di rotazione dei singoli aghi, questi poi sono stati collegati con un cavetto flessibile alla corrispondente rotaia per avere la certezza della continuità elettrica. Dal lato opposto alla cerniera gli aghi recano gli attacchi per l’asta di comando.

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Le fotoincisioni delle rotaie hanno dei ponticelli che servono a garantire lo scartamento con estrema precisione. Una volta saldate su traversine di vetronite ramata i ponticelli verranno eliminati e verranno fatti i tagli per isolare il cuore, che sarà polarizzato da remoto tramite in interrutore e la ramatura sarà interrotta al centro della traversina per liminare i corti; i deviatoi sono comandati manualmente (per ora). Ricordo che le traversine non sono disposte in maniera raffinata, in quanto saranno poi annegate nella pavimentazione.

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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: martedì 17 novembre 2020, 16:50 
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Chicco, che meraviglia di artigianato magistrale!!!
Quindi non installerai i motori per i deviatoi?


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: martedì 17 novembre 2020, 17:57 
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Grazie dei complimenti.
Beh, il tutto é ambientato in Epoca II, quando tutti i movimenti si facevano a mano, quindi coerentemente i deviatoi si azioneranno a mano. Per due volte, prima la polarizzazione del cuore e poi l'azionamento del telaio degli aghi, quasi come al vero, prima la chiave e poi il macaco.
D'altra parte ''quel che non c'é, non si rompe'', come diceva Enzo Ferrari.


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: martedì 17 novembre 2020, 18:30 
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bellissime le rotaie e gli scambi, peccato che la fotografia non ha 3 dimensioni, quanto sono alte, o meglio la lastrina che hai inciso che spessore aveva, mi sembra un capolavoro e c'è ne sarà voluta per inciderla, buon proseguo per te e un po anche per noi se vorrai deliziarci di altre foto e lavori come quelli già fatti, un saluto.


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: martedì 17 novembre 2020, 21:43 
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norge ha scritto:
bellissime le rotaie e gli scambi, peccato che la fotografia non ha 3 dimensioni, quanto sono alte, o meglio la lastrina che hai inciso che spessore aveva, mi sembra un capolavoro e c'è ne sarà voluta per inciderla, buon proseguo per te e un po anche per noi se vorrai deliziarci di altre foto e lavori come quelli già fatti, un saluto.

La lastra in alpacca ha uno spessore di 13 decimi, e la gola una profondità di 0,6-0,65 mm.
Sì, di tentativi ne ho fatti parecchi anche perché con un tale spessore non avevo esperienza e ci sono molte variabili tra quello che disegni per realizzare la pellicola e il risultato che ottieni dopo l'incisione. Poi ci sono le cuspidi che aumentano con lo spessore della lastra... Sono partito da un millimetro di spessore sino ad arrivare a due. Questo é il miglior compromesso che ho ottenuto. Il funzionamento dinamico dei rotabili su questo armamento é impeccabile, ed é andato oltre le mie aspettative. Con gli amici Andrea Cavalli e Berny abbiamo trascorso mezzo pomeriggio a manovrare la Gr 870 e un paio di Poz di Alpen Modell, con i soli ganci realistici, senza mai incorrere in uno svio, cosa comunque sempre probabile anche all'epoca, tanto che le locomotive erano spesso equipaggiate di binda.


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: venerdì 20 novembre 2020, 15:46 
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Continuiamo con l’illustrare il funzionamento dei deviatoi.
Una striscia di vetronite ramata porta saldati dal lato inferiore, isolati elettricamente tra loro, i due perni che spostano gli aghi, il cui movimento si effettua a mano spostando con movimento a cassetto il piccolo comando. I collegamenti elettrici sono ridondanti, considerando che poi la pavimentazione andrà a ricoprire tutto quanto.

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Proseguendo con la posa delle rotaie Phoenix ho inserito l’incrocio, con cuori ancora da sezionare per la polarizzazione e ho cominciato a posare anche le rotaie tradizionali, in questo caso PECO cod. 75, compensando le differenti altezze delle traversine e della vetronite con ritagli di cartoncino.

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Poi per prova ho anche realizzato dei tratti di binario con le controrotaie. Smontato la rotaia e saldata su traverse di vetronite.
Per le curve è fondamentale l’uso di una calandra, piegare a mano la rotaia, è fonte di errori irrimediabili.

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Ma poi per forgiare ferro e acciaio i miei omini Preiser mi hanno fatto presente che occorrevano loro anche altre attrezzature, e che l’uso di una forgia era diventato indifferibile, quindi ecco una nuova fotoincisione per risolvere il problema.

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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: venerdì 20 novembre 2020, 16:31 
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Ho dimenticato la foto della calandra, quella che uso é di Fast Traks, e va molto bene. Anche per il binario flessibile sarebbe opportuno smontare le rotaie, curvarle con la calandra e rimontarle per evitare qualsiasi deformazione del tracciato.

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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: sabato 21 novembre 2020, 14:08 
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Alzo le mani e osservo in silenzio. :mrgreen:
Quello che mi "spaventa" è l'estrema pulizia di tutti i tuoi lavori. Non c'è una sbavatura a pagarla oro!


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: sabato 21 novembre 2020, 15:34 
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Giusto per essere precisini: nei tratti in sede promiscua di binari ferroviari si usava una controrotaia piuttosto che le rotaie a gola tranviarie, ma tanto in quel lavoro conta quel che si vede, ed è favoloso...


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: martedì 24 novembre 2020, 16:49 
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Questo é molto vero, ma, modellisticamente parlando, é impossibile realizzare un piazzale che comprenda anche i deviatoi commerciali senza fare i conti con lo spazio da lasciare ai movimenti degli aghi, e quindi facendo profondi solchi nella pavimentazione, irrealistici e, almeno per me, inguardabili.


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: martedì 24 novembre 2020, 18:25 
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Località: piemonte
Completato il tracciato ferroviario con la posa delle mie rotaie Phoenix in fotoincisione e delle rotaie ‘’normali’’ con relative controrotaie, effettuati tutti i sezionamenti (senza dimenticare lo strato in rame della vetronite) con le polarizzazioni e gli allacciamenti elettrici e dopo aver verificato a lungo che tutti i contatti funzionino testando il tracciato con varie locomotive, è giunto il momento della posa della pavimentazione del piazzale. Dopo aver mascherato le parti che non era il caso di verniciare ho spruzzato con una bomboletta soprattutto le cave tra rotaia e conrtorotaia e ho provveduto a livellare il piazzale con strati di cartoncino incollati con colla vinilica.

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Ma prima ho voluto installare anche una piattaforma girevole, che avrà soprattutto la funzione di giracarri, non avendo la T3 necessità di essere ruotata per manovrare. Fondamentale per non commettere errori è tracciare l’asse dei binari di accesso alla piattaforma PRIMA di creare il foro della tina, altrimenti sarà poi difficile ricuperare l’esatta posizione del centro, pena il disallineamento dei binari stessi.
La tina è realizzata semplicemente con una sega a tazza montata su un trapano, cosa che permette di fare con precisione fori di grosso diametro sul supporto in multistrato della maquette.

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La tina non sarà a vista in quanto la piattaforma è di tipo chiuso con lamiere grecate, per evitare accidentali cadute, al vero, e il ponte girevole è comunque polarizzato captando corrente per un polo dall’albero in acciaio e dall’altro con un contatto anulare realizzato in fotoincisione.
In alto sulla destra, un accenno di pavimentazione, di cui parleremo in seguito.

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L'ultima foto, la tina con i contatti.


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: martedì 24 novembre 2020, 19:49 
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Notevole. Bravissimo.
Non vedo l'ora di vederla completata


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: mercoledì 25 novembre 2020, 11:53 
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A questo punto posso svelare le dimensioni dell’intera maquette, qui in una fase successiva della lavorazione; la base è un semplice pezzo di compensato avanzato da qualche altro lavoro, di 12 mm di spessore: misura 95 x 23 cm.

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A sinistra il serbatoio dell’acqua dello stabilimento, che si vede nella prima foto del presente articolo, sopra il binario di ingresso con un carro P di TTM kit e una sogliola HRR, sotto un binario tradizionale con il ballast, che non fa parte del piazzale pavimentato. Al centro i due scambi dx e sx con l’incrocio, a destra in basso la piattaforma girevole, un disco di alluminio tornito e un accenno della pavimentazione. A quanti asseriscono di non avere lo spazio disponibile per fare un plastico, posso assicurare che con meno di un metro lineare di plastichetto si possono trascorrere tante ore a fare manovre con due carri e una piccola locotender senza annoiarsi. Per non parlare delll’immane divertimento di progettare e poi realizzare il tutto.
Carissimi Andrea De Regis e Antonio Federici, lo possiamo considerare un ‘’canetto’’?
E alla Redazione, possiamo rilanciare il Concorso per un plastico da 500 euro?


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 Oggetto del messaggio: Re: LA MAQUETTE CARDINI
MessaggioInviato: venerdì 4 dicembre 2020, 21:16 
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Sistemato tutto l’armamento e completate tutte le prove di circolabilità possibili, i sezionamenti, la polarizzazione dei cuori, etc. sono passato alla posa delle pietre di pavimentazione del piazzale. Non mi piace l’utilizzo del gesso, sporca tutto e a lavorarlo si fa troppa polvere, l’alternativa è il DAS!
Ho provveduto a spianare delle strisce di larghezza limitata aiutandomi con due listelli legno per ottenere lo spessore voluto e un barattolo di vetro come mattarello (mi é venuto in mano il barattolo con le viti spaiate...). Sarebbe stato più facile usare la macchina per la pasta Imperia, ma mia moglie ha opposto un netto rifiuto. Le strisce sono poi state ritagliate nelle opportune dimensioni per essere posate a colla vinilica sul fondo predisposto.

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Avevo prima creato delle fustelle per ‘stampare’ le pietre, di dimensioni differenti partendo da un tubetto di alluminio reso rettangolare con morsa e martello.

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Un lavoro da certosino per realizzare la pavimentazione, ma a mio avviso, la resa è migliore che incidere il gesso, e poi il DAS consente di realizzare ondulazioni e cunette tipiche di un manto in pietra. Qua e là ho provveduto a seminare qualche tombino e qualche caditoia, realizzate in fotoincisione e poi semplicemente brunite. Le rotaie risultano più alte del piazzale di un paio di decimi per permetterne la pulizia senza andare a rovinare le pietre, soprattutto una volta decorate.

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Una attenzione particolare è stata quella di ricoprire l’asta di comando per i deviatoi con delle fotoincisioni gracate facendo ben attenzione che la colla vinilica non andasse a bloccarne il movimento. All’occasione sono rimovibili per la manutenzione e la lubrificazione.
Il comando, come avevo accennato più su, avviene a tiretto agendo sul piccolo perno che sporge dalla pavimentazione e collocato in maniera da non ostacolare il traffico su rotaia e su gomma.

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Ed ecco il risultato nell’insieme, le rotaie sono ben annegate nella pavimentazione e il piazzale è perfettamente e completamente percorribile anche dagli automezzi.

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