Sistemato tutto l’armamento e completate tutte le prove di circolabilità possibili, i sezionamenti, la polarizzazione dei cuori, etc. sono passato alla posa delle pietre di pavimentazione del piazzale. Non mi piace l’utilizzo del gesso, sporca tutto e a lavorarlo si fa troppa polvere, l’alternativa è il DAS!
Ho provveduto a spianare delle strisce di larghezza limitata aiutandomi con due listelli legno per ottenere lo spessore voluto e un barattolo di vetro come mattarello (mi é venuto in mano il barattolo con le viti spaiate...). Sarebbe stato più facile usare la macchina per la pasta Imperia, ma mia moglie ha opposto un netto rifiuto. Le strisce sono poi state ritagliate nelle opportune dimensioni per essere posate a colla vinilica sul fondo predisposto.
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Avevo prima creato delle fustelle per ‘stampare’ le pietre, di dimensioni differenti partendo da un tubetto di alluminio reso rettangolare con morsa e martello.
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Un lavoro da certosino per realizzare la pavimentazione, ma a mio avviso, la resa è migliore che incidere il gesso, e poi il DAS consente di realizzare ondulazioni e cunette tipiche di un manto in pietra. Qua e là ho provveduto a seminare qualche tombino e qualche caditoia, realizzate in fotoincisione e poi semplicemente brunite. Le rotaie risultano più alte del piazzale di un paio di decimi per permetterne la pulizia senza andare a rovinare le pietre, soprattutto una volta decorate.
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Una attenzione particolare è stata quella di ricoprire l’asta di comando per i deviatoi con delle fotoincisioni gracate facendo ben attenzione che la colla vinilica non andasse a bloccarne il movimento. All’occasione sono rimovibili per la manutenzione e la lubrificazione.
Il comando, come avevo accennato più su, avviene a tiretto agendo sul piccolo perno che sporge dalla pavimentazione e collocato in maniera da non ostacolare il traffico su rotaia e su gomma.
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Ed ecco il risultato nell’insieme, le rotaie sono ben annegate nella pavimentazione e il piazzale è perfettamente e completamente percorribile anche dagli automezzi.
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