Grazie Carlo , preciso e competente !

Con i tui 4 (o 5 ora non vado a contarli) interventi (supportati da foto e chemi degni della miglior rivista del settore) in questa discussione mi hai chiarito più che leggere migliaia di interventi "bla-bla-bla"

Te ne siamo tutti grati.

Ciao

Riccardo

Solo per notare che la colorazione usata da Roco è di gran lunga superiore (per qualità di imprimer) a quella Acme. Forse però il colore Acme è molto più vicino al reale.

E le predelline sottoporta...avete notato la differenza di dimensioni fra Roco (più corte) ed Acme (più lunghe).
Ma quali saranno le dimensioni giuste?

Dalle foto su libri in mio possesso e da queste di cui allego il link:

http://www.tee-classics.ch/05/pics/05-01_.jpg
http://www.tee-classics.ch/05/pics/05-02_.jpg
http://www.tee-classics.ch/05/pics/05-04_.jpg

sono portato a pensare che nei primi anni di servizi TEE il colore crema di tutti i convogli fosse più intenso di quello tendente all'avorio degli anni successivi (e del modello ACME).
Qualcuno ne sa di più?

Dall'analisi di Carlo, mi pare risulti che le dimensioni dell'ACME sarebbero quelle corrette e che la scelta Roco sarebbe forse giustificata da ragioni di inscrivibilità.

Per carità! Non voglio criticare le scelte di nessuno, però tra tanti appunti che si possono fare ai due modelli (e tutti e due non sono certo scevri da difetti), il fatto della carenatura mi pare il più insignificante.
Ho avuto modo di esaminare dal vivo acme e roco, li ho visti girare sul plastico del GMFF, per cui ho presente di cosa si parla.
Sono anche in possesso dell'ottima monografia Locodivision (da lì mi è nata la passione per questi mezzi) in cui sono riportati i disegni di fabbrica.
La mia conclusione, anche dopo aver assistito dal vivo all'arrivo del modello italiano, con cascatella di aggiuntivi appena aperta la scatola, soprattutto con quell'orrenda linea di giunzione tra telaio e cassa (e non parliamo di come VA), è che la mia preferenza va al modello austriaco.
Non per partigianeria, semplice preferenza di mercato.
Con questo, non critico certo chi ha scelto il modello italiano lo stesso, ognuno è libero di fare quello che gli va.
Tant'è che c'è perfino chi non ha resistito e si è comprato tutte e due le riproduzioni.
Ecco, nella disamina generale di pregi e difetti di entrambi, l'appunto sulla carena mi sembrava un puntiglio eccessivo, visto che ci sono cose che saltano molto di più all'occhio.
Ma si sa, anche io mi diverto a fare commenti da Bar Sport.
E mi sto anche rileggendo il libro di Stefano Benni...

Mille grazie. Provo anch'io!!!

Ciao

Luca

pure qua sono sparite le foto...cosi non si capisce nulla dei piccoli interventi