Eine moment... stiamo parlando dell'F 1925 come se fosse un unico veicolo, con peculiarità e dettami di costruzione univoche; in realtà questi carri avevano diverse origini, che ricostruire qui sarebbe un po' tedioso. Spero possa bastare ricordare che si trattò di più di 27.000 carri, di cui circa 15.500 senza garitta, costruiti perdipiù come nuovi solo per una piccola parte: il resto infatti fu frutto di ricostruzioni sulla base di carri F e di carri L dei tipi più antiquati, con struttura e rivestimento o sponde completamente in legno.
Questa sparpagliata origine, più il lunghissimo periodo in cui furono costruiti e messi in servizio - ben 11 anni, dal 1925 al 1936 - spiega le tante sottili differenze tra i lotti: testate così o cosà, montanti sì o no, porte in lamiera o a foderine in legno, eccetera. Se infine aggiungiamo che questa enorme messe di lavoro fu commissionata a moltissime aziende dell'epoca, con le conseguenti personalizzazioni nell'interpretazione del progetto, quella eterogeneità dei particolari che manda in confusione noi modellisti appare come una cosa decisamente normale.
Rimanendo sul modello Duegi, questo è un confronto con la fiancata di un Piko: si vede piuttosto chiaramente l'interruzione della foderinatura anche su di esso, con l'unica differenza della riproduzione delle chiodature, assenti sul kit.
![Immagine](http://www.foglianese.com/images/FmaF1925-2.jpg)
In conclusione, dico solo che su di un mezzo così diffuso vale la pena di divertirsi, cambiando boccole, porte, freni, respingenti, imperiale, e anche altro. Non mi stancherò di citare ancora una volta - a costo di essere preso per arteriosclerotico - Pietro Merlo: nei limiti della decenza fate un po' quel che volete, tanto presto o tardi interverrà una foto a darvi ragione.