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Facciamo un po' lobby...
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Autore:  Roberto Morandi [ giovedì 14 dicembre 2006, 16:27 ]
Oggetto del messaggio:  Facciamo un po' lobby...

Antefatto: domenica scorsa il quotidiano "La Provincia di Varese" pubblica un articolo di fondo che si scaglia contro il governo centrale che non da soldi per le strade in Lombardia; legittimo spunto polemico contro la maggioranza e, soprattutto, contro la sinistra (PRC e Verdi), favorevole solo al potenziamento del TPL. Peccato però manchi nell'articolo qualsiasi riferimento al ruolo del trasporto pubblico: BREBEMI, tangenziale EST-Esterna, Pedemontana sono le uniche infrastrutture citate. Peccato per la conclusione del tipo "arrivino i soldi, facciamo le autostrade e state trnquilli che troviamo qualche briciola per il trasporto su ferro".
Ho scritto questa lettera, chiedo un commento prima di mandarla al giornale: mi sarebbe piaciuot anche inserire una critica "preventiva" a PRC e Verdi, che parlano di "potenziamento", ma poi sono contrari a progetti di ampio respiro che non siano il semplice "comprare qualche treno in più": non sapevo come inserirlo senza allungare troppo la lettera, se qualcuno ci riesce...

Gentile direttore, le scrivo a proposito dell’articolo di fondo di domenica scorsa, che segnalava la carenza di infrastrutture stradali nella nostra regione e denunciava l’opposizione a nuove strade e autostrade posto dai partiti di sinistra, favorevoli al contrario ad un potenziamento del trasporto pubblico. Lasciando perdere i motivi di polemica politica, vengo al tema in oggetto: per quanto nuove opere di viabilità siano in molti casi necessari, ritengo che la vera soluzione strategica al problema della mobilità debba venire proprio dal trasporto pubblico e merci su rotaia; oggi, invece, quando si parla di infrastrutture e soluzione dei problemi del traffico, si propone, di fatto, come unica soluzione la realizzazione di nuove grandi strade o autostrade, con il “correttivo”, per così dire, di un generico appello al potenziamento del trasporto pubblico. Risultato: da un lato le proposte per grandi opere come la BreBeMi, la Est-Esterna, la Pedemontana, la superstrada Malpensa,-Boffalora, dall’altro… solo qualche vaga parola sul “potenziamento del trasporto pubblico”,senza alcun progetto concreto da sostenere. Eppure di infrastrutture da costruire o da ammodernare ce ne sarebbero: con riferimento in particolare alla realtà di Malpensa, mi limito a citare il collegamento ferroviario con il Canton-Ticino e quello con il capoluogo provinciale, che prevede il ripristino del raccordo FS-FNM a Busto (già in corso di ricostruzione) e il potenziamento della linea Milano-Gallarate (almeno per il tratto Gallarate-Busto), in modo da poter creare un collegamento cadenzato con almeno un treno ogni ora (tempo di percorrenzaipotizzabile: circa 40 minuti, contro le tre ore che l’articolo di domenica indica come tempo medio mattutino per andare da Varese all’aeroporto internazionale) . E che dire del lungo asse ferroviario che attraversa la Brianza da Est a Ovest, da Carnate (MI) a Saronno: una sorta di “Pedemontana ferroviaria”, in parte di proprietà FS, in parte FNM, oggi interamente a binario singolo non elettrificato e inutilizzata per il servizio passeggeri, che potrebbe essere usata per collegamenti tra Malpensa e la Lombardia orientale. Non va poi dimenticato che le relazioni verso Milano (FS e FNM) soffrono a causa delle limitate infrastrutture che rendono rigida la circolazione ferroviaria e limitano il numero dei treni (è il motivo per cui, ad esempio, non si può aggiungere una relazione locale cadenzata Malpensa-Milano che serva anche l’impianto “fantasma” di Ferno-Lonate P., stazione con un bacino potenziale di circa 20.000 persone!). Ma quadruplicare la Bovisa-Cadorna sulle FNM, la Gallarate-Rho sulle FS o –tanto per fare un paio di altri esempi- la MI-Novara o la MI-Bergamo costa tantissimo, tanto quanto fare una autostrada; non è vero che i soldi ci sono anche per il trasporto pubblico: i soldi sono quelli che sono (potrebbero essere di più, e tutte le forze politiche dovrebbero impegnarsi in questo senso), delle priorità vanno individuate e una scelta strategica è necessaria: un trasporto pubblico su ferro efficiente, dotato di infrastrutture moderne, sarà in grado, in futuro, di assorbire grandi aumenti della domanda, assai più di quanto non potranno fare le autostrade. Chiedetelo a Germania e Svizzera, che negli anni Cinquanta-Sessanta ammodernarono centinaia di chilometri di ferrovie e tramvie extraurbane, anziché eliminarle come avvenne da noi (basti pensare al tram MI-Gallarate-Cassano-Lonate o alla utilissima linea Varese-Como delle FNM, inopinatamente soppressa nel 1966). In quegli anni tedeschi e svizzeri posero –anche così- le basi per la competitività attuale, noi al contrario ponemmo le basi per la nostra malandata mobilità, sempre in stato di emergenza.

Autore:  saltobravo [ venerdì 15 dicembre 2006, 16:06 ]
Oggetto del messaggio: 

Spettacolare...sono argomentazioni così che mi fa piacere leggere nel forum....

...sarà difficile che qualcuno replichi :wink:


Complimenti

Autore:  Roberto Morandi [ venerdì 15 dicembre 2006, 17:22 ]
Oggetto del messaggio: 

Ho mandato la lettera per conoscenza anche a FNM Group, Le Nord, RFI e Trenitalia Lombardia, nella speranza illusoria che questo serve ad ottenere una risposta pubblica. Comunque ho tagliato qualcosina all'inizio, entrando più direttamente nello specificoe ho concluso con la domanda "A quando un cambiamento di rotta?"
Sperem
Roberto

Autore:  il vero giangi [ sabato 16 dicembre 2006, 20:22 ]
Oggetto del messaggio: 

CIAO!

Autore:  centu [ sabato 16 dicembre 2006, 21:18 ]
Oggetto del messaggio: 

:arrow:

Autore:  Roberto Morandi [ lunedì 18 dicembre 2006, 20:30 ]
Oggetto del messaggio: 

Lettera pubblicata oggi come lettera principale del giorno. ahimè, senza però alcuna risposta.

Autore:  Roberto Morandi [ sabato 13 gennaio 2007, 13:22 ]
Oggetto del messaggio: 

Tento (da solo) di fare lobby... anche a tal proposito modifico il titolo della discussione, in modo che chiunque possa postare ventuali lettere sull'argomento.
Stavolta il "motore" è stato questa trionfale lettera: http://www3.varesenews.it/comunita/lett ... icolo=2502

Io ho riposto così, pregovi segnalare eventuali imperfezioni o errori, così che lo possa inviare a breve. Notate che stavolta -come promesso- ho fatto le pulci alla sinistra (almeno con l'accenno alla AV).

“Potenziare il trasporto pubblico”. Quante volte si è sentita questa frase, sui giornali e nelle trasmissioni televisive, in bocca ad esponenti politici lombardi, sempre alle prese con il traffico paralizzato sulle autostrade e le statali, con l’inquinamento da polveri sottili sempre oltre i limiti, con i treni stracarichi nelle ore di punta. Il rilancio del trasporto pubblico, in particolare di quello su ferro (treni, tram, metropolitane), sembra una priorità condivisa, cara soprattutto alle forze politiche di centrosinistra.
Peccato che alla prova dei fatti, come dimostra una lettera di qualche giorno fa firmata da un esponente della Sinistra Giovanile, la priorità vada sempre (e quasi solo) al trasporto su gomma privato e alle infrastrutture ad esso necessarie: mentre arrivano i finanziamenti per la Pedemontana, la Est-Esterna e la Bre-Be-Mi, mentre si aprono i primi tratti di opere da tempo avviate (come il primo, breve tratto della superstrada della val Seriana), i progetti relativi alle infrastrutture ferroviarie rimagono sempre fermi, a parte qualche rara eccezione, condizionati anche da una mancanze di progettualità nel ripensare la mobilità a partire dal trasporto pubblico. Eppure di opere da realizzare ce ne sarebbero molte; si pensi ad esempio alla mancanza di un collegamento diretto cadenzato Varese-Malpensa su binari FS-FNM, che consentirebbe anche l’apertura, tanto invocata dai sindaci, della stazione di Lonate Bozzolo (le Nord non possono istituire un servizio cadenzato regionale dallo scalo aeroportuale a Milano perchè esso andrebbe a congestionare la già trafficata linea Busto-Saronno-Milano). Si pensi ancora alla necessità di triplicare o quadruplicare la tratta Gallarate-Rho verso Milano, per aumentare l’offerta su questa linea e per rendere meno rigido l’esercizio: oggi un ritardo di pochi minuti di un qualsiasi treno si trasforma quasi inevitabilmente in una serie di ritardi di tutti i treni in circolazione. Gli esempi, in Lombardia, potrebbero essere innumerevoli, dalle tramvie extraurbane da Milano a Desio e Limbiate che ancora usano convogli degli anni Cinquanta alla tramvia Bergamo-Albino, da realizzare sulla sede, completamente autonoma dalle strade esistenti, di una ferrovia stupidamente soppressa nel 1965; dal quadruplicamento della Milano-Bergamo che da anni procede a passo d’uomo alla linea Milano-Vigevano-Mortara ancora a binario unico nonostante l’elevato numero di treni in circolazione (tra parentesi: una ferrovia a binario unico non è di per sé insicura, dipende dal traffico che su di essa si svolge; a volte si fanno polemiche, interrogazioni parlamentari e articoli scandalizzati per binari unici su cui circolano venti treni al giorno…). Priorità massima dovrebbe essere data al completamento della nuova linea AV tra Novara e Milano: essendo, in sostanza, un quadruplicamento, essa permetterebbe di riservare la linea storica al solo traffico locale, consentendo un notevole aumento di treni per i pendolari del magentino e del novarese, oggi alle prese con cronici ritardi e con treni sempre affollatissimi (la linea “storica” è attualmente sfruttata al massimo delle sue possibilità). Se ne sente mai parlare? Sicuramente meno che di Bre-Be-Mi o di Pedemontana…

Per portare a compimento opere come quelle citate servono finanziamenti consistenti, che dovrebbero partire da una scelta strategica a favore del trasporto pubblico su ferro. Dagli anni Cinquanta-Sessanta la scelta, in Italia, è stata esclusivamente in favore della mobilità privata o di quella pubblica su gomma, con gli effetti che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Per il bene dell’Italia, per ritrovare una competitività persa anche così, è ora di cambiare la rotta. E’ ora che lo slogan “potenziare il trasporto pubblico” diventi davvero scelta politica.

Autore:  BivioRosales [ domenica 14 gennaio 2007, 1:06 ]
Oggetto del messaggio: 

Lonate Pozzolo :!:

Bella lettera, soprattutto fai bene a rispondere a quella che hai indicato sopra.
Pensavo ad altre linee ferroviarie in Lombardia che meriterebbero un potenziamento, sia come infrastruttura, sia come servizio, ma...mmmh...diciamo che non me ne viene in mente una che NON ne ha bisogno 8)
Saluti
Marco

Autore:  Roberto Morandi [ domenica 14 gennaio 2007, 12:54 ]
Oggetto del messaggio: 

BivioRosales ha scritto:
Lonate Pozzolo :!:


E' lo stupido correttore automatico, mi era sfuggito...
La mando stasera.
Ciao

Autore:  Roberto Morandi [ domenica 14 gennaio 2007, 14:53 ]
Oggetto del messaggio: 

Oggi me sento polemico.
Ieri un tizio di Varese, polemizzando forse con la mia lettera precedente, scriveva in una lettera alla Provincia di Varese che la mobilità su ferro è fallita (e per farlo usa l'argomento preferito di Tradotta, la chiusra di duemila scali da parte di trenitalia DGOL) e che "i trasporti su rotaia verranno limitati alle grandi masse e ai lungi percorsi". Viva dunque la gomma ecologica, a trazione elettrica: milioni di "tir e camion di ogni genere [a trazione elettrica, immagino con accumulatori da 4 tonnellate] affolleranno le nostre strade: un solo vantaggio, non dovremmo avere più fumo". Un solo vantaggio, appunto: per il resto ci ritroveremo di nuovo in coda ( ma una coda a trazione elettrica!).
Risposta:

Nantes, Grenoble, Parigi, Strasburgo, Rouen, Montepellier, Orleans, Lione, Bordeaux, Mulhouse, Toulon, Valenciennes, Le Mans, Nizza: sono le città francesi che hanno reintrodotto il tram negli ultimi 20 anni, dopo decenni di “conversione forzata” alla gomma; ad esse si aggiungono tre città (Marsiglia, Lille e Sant’Etienne) che hanno rivitalizzato la loro morente rete tranviaria. La “mediterranea” Francia ha rilanciato così la propria politica del trasporto urbano su ferro, raggiungendo il plotone avanzato rappresentato dai paesi dell’Europa Centrale (Svizzera, Germania, Austria), dove il tram viene utilizzato persino per il trasporto merci all’interno delle città: tram moderni, a piano ribassato per garantire agevole accesso a tutti, in sede propria per gran parte del percorso e separati dal traffico veicolare. La politica del “ferro”, dunque, non è affatto fallita come scrive in una lettera il signor Mazzoni di Varese! Desumere il fallimento della validità del trasporto su ferro a partire dalle politiche indubbiamente sbagliate di Trenitalia Cargo (le chiusure degli scali minori e la soppressione del traffico a carro singolo cui il signor Mazzoni fa riferimento) è un errore di prospettiva notevole, una miopia che non tiene conto di quanto accade anche solo a qualche decina di chilometri dalla nostra provincia. A parte l’assurdo di pensare ad una soluzione affidata alla mobilità privata ecologica (si risolverebbero i problemi dell’inquinamento, ma non quelli della mobilità e degli spazi destinati alle auto), anche l’idea del solo trasporto pubblico su gomma ecologico è, almeno in parte, errata: i mezzi su rotaia (tram compresi) hanno una capacità di trasporto molto più elevata di autobus e filobus, il che si traduce in meno spazio occupato nelle nostre affollate città e meno veicoli in circolazione, con conseguente risparmio anche nel personale; i mezzi su rotaia, con le loro sedi protette, risentono inoltre in maniera minore delle interferenze causate dai mezzi privati e garantiscono velocità commerciali più elevate.
La miopia, d’altronde, non è solo del signor Mazzoni: tra chi si interessa di trasporto pubblico su ferro rimane famoso uno scritto di un famoso sociologo, apparso a fine anni Novanta su un quotidiano nazionale, in cui si diceva che a Milano il tram era sopravvissuto perché –chiassoso ed ingombrante- rappresentava una specie di totem della cultura metalmeccanica e operaia della sinistra. Scriveva questo mentre nella città sede del Parlamento Europeo erano aperte già da cinque anni 4 nuove linee tranviarie e la piazza centrale, liberata da un traffico di 50000 auto al giorno, ritornava pienamente fruibile da parte dei cittadini…


Autore:  Ale Sasso [ lunedì 15 gennaio 2007, 13:51 ]
Oggetto del messaggio: 

Vorrei poter dire di più ma... non posso che plaudire la tua vena scrivereccia e complimentarmi per le solide argomentazioni, che condivido in toto.

Autore:  E 464 069 [ lunedì 15 gennaio 2007, 23:31 ]
Oggetto del messaggio: 

bravo roberto!!!! concordo in pieno e sottoscrivo il tuo pensiero!
qui in lombardia caro morandi è dura ma ce la POSSIAMO FARE..... la lobby auto e camion purtroppo imperversa e la gente nonostante rischio,incidenti vari con morti (tanti),smog, stupidamente insiste con lo sbagliare... ma il treno è in risalita costante......
ciao

Autore:  Roberto Morandi [ venerdì 19 gennaio 2007, 18:04 ]
Oggetto del messaggio: 

La lettera alla Provincia è stata pubblicata per intero, quella a Varesenews non è stata pubblicata.
Ciao

Autore:  Roberto Morandi [ venerdì 2 febbraio 2007, 15:14 ]
Oggetto del messaggio: 

Come ho già scritto in altro thread, vorrei riprednere con una lettera la questione dei treni a media e lunga percorrenza da e per Malpensa. Buona occasione può essere "l'anniversario" della chiusura delle Olimpiadi di Torino; vi chiedo dunque: in quale data ha circolato l'ultima coppia Torino-Malpensa via linea AV?
L'idea sarebbe di sollecitare un interesse da parte degli enti territoriali (Provincia, Regione Lombardia e Piemonte) e di FS e FNM sui servizi in questione: qualche treno Torino-Malpensa permetterebbe di sfruttare la nuova AV senza dover poi ritornare sulla linea tradizionale tra Novara e Milano... Sarebbe anche l'occasione per sollecitare ulteriormente sull'ipotetico collegamento Varese-Malpensa via Busto FS-Busto FNM.
Roberto

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