Cari amici forumisti,
vi racconto quanto è successo a me e ad un altro cliente di Trenitalia questa sera su un regionale fatto con materiale a piano ribassato e mitica monocabina 464...
E' l'ennesima serata di ritardi superiori alla mezz'ora (e fin qui siamo quasi in regola

), siamo in stazione e dobbiamo decidere se, per arrivare a casa il prima possibile, conviene prendere un regionale (che ferma in tutte le stazioni, ma partirebbe in orario) o aspettare il treno diretto in ritardo di circa mezz'ora. Sulla carta (ovvero sommando il ritardo all'orario di arrivo del diretto) sembra convenire il regionale per una manciata di minuti, ma dato che la logica non corre sempre sui nostri binari cerchiamo eventuali conferme dal capotreno. Saliamo sull'ultima carrozza e facciamo passare tutte le 6 carrozze fino al 464 (che si trova fuori dal marciapiede ed è quindi irraggiungibile dall'esterno), ma del capotreno neanche l'ombra... Nelle carrozze troviamo l'indicazione "per ogni necessità rivolgersi al capotreno nella prima carrozza o nella cabina di guida", dato che sulla prima carrozza non c'è ci dirigiamo verso la cabina. Sulla porta che dal bagagliaio del locomotore immette nel corridoio che porta in cabina troviamo il cartello di "vietato l'ingresso ai non addetti". Ma come? Come si fa a "Rivolgersi al capotreno in cabina" se l'ingresso alla stessa è "Vietato ai non addetti"?
Dato che mancano ancora 10 minuti alla partenza, ritenedo quindi di non disturbare più di tanto, decidiamo comunque di seguire la prima indicazione e di "rivolgerci al capotreno in cabina", bussiamo alla porta della stessa e siamo accolti da macchinista e capotreno in malo modo: con tono aggressivo ci danno dei pazzi irresponsabili, accusandoci di avere messo in grave pericolo la nostra e la loro incolumità, che quel corridoio è pericolossissimo e che dovevamo andarcene immediatamente. Spieghiamo che volevamo solo una informazione, entrambi si calmano un po', e col capotreno torniamo in un ambiente più consono (e decisamente più sicuro...) a chiedere le informazioni di viaggio che ci servivano. Prima di darcele si sente in dovere di andare avanti con la predica, al che le faccio notare che se ci siamo permessi di risalire il treno fino ai sacri comandi è perchè lo abbiamo trovato scritto in vettura, e non per nostro sfizio personale... Mi viene risposto che per comunicare con la cabina è necessario usare un citofono presente nel bagagliaio del 464 (un attrezzo grigio, posto in un angolo a sinistra della porta di ingresso su un parete dello stesso grigio e non indicato da alcuna segnalazione visiva) e che il transito in corridoio non è consentito perchè quell'ambiente è pieno di amianto... sì, ha detto proprio "amianto"... E ha anche aggiunto che i ferrovieri possono passare, ma poche volte perchè c'è pieno d'amianto...
Ecco, alla luce di tutto ciò io mi domando questa cosa... Se un cliente che non ha avuto il privilegio di scoprire come Trenitalia ha risolto il problema di comunicazione tra cliente e capotreno ha bisogno di un'informazione di viaggio a bordo cosa deve fare? Seguire le indicazioni presenti sulle carrozze e ricevere prima delle stesse parole non molto edificati sulla propria persona dagli educatissimi ed efficentissimi nonchè impegnatissimi ferrovieri? Oppure è meglio che si abbandoni a se stesso?
E poi, credono che i clienti siano tutti dei poveri fessi? L'amianto sulle 464? A parte con noi ferramatori che, per nostra passione e nostro interesse sappiamo vita, morte e miracoli di ogni singolo gruppo di locomotive, come possono pensare di raccontare una cosa del genere ad una qualunque persona dotata di buon senso... Penso che sia un fatto ormai risaputo che l'amianto è stato bandito da decenni, e penso che chiunque riconoscerebbe che in un 464 che ancora profuma di nuovo di amianto proprio non ce ne può essere... Scusatemi, ma questa mi sembra un po' una presa per i fondelli... E l'ennesima trovata per complicare il più possibile le cose semplici... E intanto, come diceva Totò, "Io pago..."