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aghi flessibili e aghi incernierati
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Autore:  franco.tanel [ sabato 28 luglio 2007, 8:32 ]
Oggetto del messaggio:  aghi flessibili e aghi incernierati

Complici l'idea di realizzare un piccolo plastirama e una ricerca sulle rotaie e sulle traversine ( vedi nella sezione modellismo il thread "distanza traversine" ) mi sono posto questa domanda: quando sulle FS sono stati introdotti i primi scambi ad aghi flessibili e fino a quando sulle linee secondarie erano ancora frequenti quelli ad aghi incernierati?

Per ora, tra le mie carte ho trovato solo il testo del Corini che nel 1930 descrivendo scambi e incroci italiani parla solo di aghi incernierati: ne deduco che almeno fino a dopo la guerra, anni 50, questi erano la norma anche sulle linee principali. Ma dopo?

Linee come quelle intorno a Cuneo e a Saluzzo o la vecchia Val Venosta o la stessa Valsugana per rimanere in Veneto che scambi montavano negli anni 60 -70? Confesso che allora, poco più che 15 enne, giravo in lungo e in largo per beccere le ultime loco a vapore, ma non prestavo la minima attenzione all'armamento.

Chi ha dati più precisi sull'argomento?

Franco

Autore:  baroni [ domenica 29 luglio 2007, 9:54 ]
Oggetto del messaggio: 

sicuramente non ti posso essere molto d'aiuto, ma siccome ci ho fatto caso ultimamente ti informo che ancora oggi a pisa centrale ci sono dei doppi inglesi ad aghi incernierati. forse uno dei rari casi ancora presenti.

fb

Autore:  franco.tanel [ domenica 29 luglio 2007, 12:10 ]
Oggetto del messaggio: 

Grazie, ho scoperto che anche su alcune ex concesse del sud sono ancora in opera scambi con aghi incernierati. Mi rendo conto che è un aspetto molto tecnico e particolare, ma se qualcuno, ( mi pare che alcuni frequentatori del forum siano o siano stati dipendenti di FS/RFI e proprio ad occuparsi d'armamento) ha notizie più dettagliete in ambito FS si faccia avanti.

Ciao, Franco

Autore:  CARLO PEZZINI [ lunedì 30 luglio 2007, 10:23 ]
Oggetto del messaggio: 

Premetto che non ho dati certi sull'anno in cui sono stati adottati gli aghi a cerniera elastica in luogo di quelli a cerniera articolata, comunque è da presumere che i primi scambi equipaggiati con siffatto sistema sono stati almeno sulle linee principali (una volta ammodernato l'armamento con passaggio da rotaie tipo FS 46,3 o 49) quelli tipo 60 Uni, all'incirca attorno agli anni 60 - 70, successivamente al rinnovo dell'armamento sulle linee secondarie con rotaie tipo 50 Uni sono apparse anche su queste, ma non sempre (a titolo di esempio a Viareggio Scalo al rinnovo dell'armanento nella tratta da Viareggio a Lucca non seguì la contemporanea sostituzione degli scambi con aghi a cerniera articolata, gli stessi furono sostituiti alcuni anni dopo). Anche nel rinnovo dei binari dei piazzali si è proceduto per gradi, spesso sostituendo il precedente armamento (tipo RA 36S) con rotaie di recupero tolte dalle linee soggette a rinnovo dell'armamento e con montaggio anche qui di scambi di recupero anc'ora buoni equipaggiati con aghi a cerniera articolata.
Saluti.
Carlo Pezzini

Autore:  franco.tanel [ lunedì 30 luglio 2007, 10:43 ]
Oggetto del messaggio: 

Grazie Carlo, mi confermi, da esperto, le ipotesi che avevo io: a proposito quindi la descrizione tecnica corretta è aghi a cerniera elastica e aghi a cerniera articolata, giusto??

Ciao, Franco

Autore:  CARLO PEZZINI [ lunedì 30 luglio 2007, 11:58 ]
Oggetto del messaggio: 

Si è la descrizione corretta, o almeno è così che me la insegnò un capo tecnico del servizio lavori ex tronco 10 di Viareggio.
Saluti articolati con elasticità.
Carlo

Autore:  CARLO PEZZINI [ lunedì 30 luglio 2007, 19:19 ]
Oggetto del messaggio: 

Franco, un'ulteriore specificazione relativamente agli aghi con cerniera articolata, questi ultimi erano costruiti mediante fresatura di rotaie perfettamente dritte, perche le tecniche di lavorazione non erano così sofisticate come quelle odierne che permettono di avere delle lavorazioni estrememente precise anche su superfici curve. Per questo l'angolo di attacco della deviata era un poco più accentuato dell'angolo effettivo della stessa, infatti all'ingresso e all'uscita del ramo deviato, complice anche un leggero allargamento dello sacrtamento (previsto in sede di progetto e montaggio dello scambio) il bordino delle ruote "urtava" con una certa violenza sul fungo della rotaia dell'ago dando l'impressine di deviare di colpo (questo vedendo transitare i veicoli , da una certa distanza), ed anche per questo con i vecchi armamenti (RA 36S, FS 46,3) normalmente la velocità massima con cui impegnare la deviata di uno scambio era 30 Km/h soprattutto su scambi con tangeza di 0.10 - 0.12 (che erano i più comuni), poi se si tiene conto che il legname (traverse)degli scambi, specie nei parchi di manovra veniva sostituito ogni morte di papa, ovvero quando non se ne poteva più fare a meno, ti lascio immaginare come era lo scartamento degli stessi!.
Carlo Pezzini.

Autore:  CARLO PEZZINI [ lunedì 30 luglio 2007, 19:21 ]
Oggetto del messaggio: 

Franco, un'ulteriore specificazione relativamente agli aghi con cerniera articolata, questi ultimi erano costruiti mediante fresatura di rotaie perfettamente dritte, perchè le tecniche di lavorazione non erano così sofisticate come quelle odierne che permettono di avere delle lavorazioni estrememente precise anche su superfici curve. Per questo l'angolo di attacco della deviata era un poco più accentuato dell'angolo effettivo della stessa, infatti all'ingresso e all'uscita del ramo deviato, complice anche un leggero allargamento dello sacrtamento (previsto in sede di progetto e montaggio dello scambio) il bordino delle ruote "urtava" con una certa violenza sul fungo della rotaia dell'ago dando l'impressine di deviare di colpo (questo vedendo transitare i veicoli , da una certa distanza), ed anche per questo con i vecchi armamenti (RA 36S, FS 46,3) normalmente la velocità massima con cui impegnare la deviata di uno scambio era 30 Km/h soprattutto su scambi con tangeza di 0.10 - 0.12 (che erano i più comuni), poi se si tiene conto che il legname (traverse)degli scambi, specie nei parchi di manovra veniva sostituito ogni morte di papa, ovvero quando non se ne poteva più fare a meno, ti lascio immaginare come era lo scartamento degli stessi!.
Carlo Pezzini.

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