Desidero ricordare che Domenica prossima sarà il centesimo anniversario di un disastro ferroviario dimenticato:
L'8 giugno del 1908 la ferrovia Novara - Varallo è stata funestata da quello che con tutta probabilità fu il più grave disastro della storia della linea. Era la festa dell'Incoronata, circostanza che attirava sempre a Varallo e al Sacro Monte una moltitudine di pellegrini, ma pioveva, e questo aveva un poco limitato il numero delle presenze. Alle 14 e 15 avrebbe dovuto partire da Varallo alla volta di Novara un treno che le cronache riferiscono composto da 15 vetture passeggeri e 2 per il bestiame. I pellegrini che vi salirono lasciarono vuota l'ultima vettura, di II classe, in coda al convoglio, che partì infine con ritardo, alle 14 e 48. Il treno sostò poco dopo alla fermata di Roccapietra, che non aveva binari di sorpasso, a circa tre chilometri da Varallo. Qui il personale di macchina, anche in relazione alla pioggia e alla pendenza della linea, resosi conto di una anomalia nel funzionamento dei freni, pose mano ad una riparazione provvisoria, sul posto. Ma intanto da Varallo alle 14 e 58 era stato licenziato per Novara un treno merci, composto dalla locomotiva con tender e sei carri vuoti, per un peso complessivo di circa 100 tonnellate. Il fischio del merci in arrivo, all'uscita dalla galleria posta a 800 metri dalla stazione, coperta nella visuale da una curva e dalla vegetazione, fece a tutti comprendere come il disastro fosse inevitabile, nonostante, si dice, la figlia del capofermata di Roccapietra fosse prontamente corsa incontro al convoglio che sopraggiungeva sventolando la regolamentare bandiera rossa. I più pronti si gettarono dagli sportelli ma la collisione fu veramente tremenda. La locomotiva del merci si infilò nell'ultimo carro, in legno naturalmente, del treno fermo e si accavallarono numerose carrozze, con scene di strazio e grida di dolore. Alle 15.45 da Varallo partiva un treno di soccorso con numerosi medici ed infermieri dell'Ospedale oltre al Sotto Prefetto, al Procuratore del Re, al tenente dei Carabinieri, al Capostazione di Varallo. I feriti più gravi vennero trasferiti all'Ospedale di Varallo, altri in grado di viaggiare in quelli di Novara e Vercelli. Il bilancio della sciagura fu di cinque morti, 38 feriti gravi e 58 lievi. Per la prima volta in Valsesia vennero richiamati dall'eco degli eventi i cronisti di grandi quotidiani: alla 22 della sera stessa giunsero in auto da Milano due giornalisti del Corriere della Sera. Il disastro ebbe strascichi giudiziari, ma anche politici; alla Camera il Deputato piemontese on. Rizzetti si levò a tuonare contro il disservizio ferroviario, ed in particolare a denunciare come il materiale rotabile sulla linea Novara - Varallo fosse vetusto e inadeguato: su ciò che rimaneva di una vettura accartocciata nell'incidente venne notata una targa indicante l'anno di fabbricazione, il 1855. Inoltre un semplice segnale di protezione per la fermata di Roccapietra avrebbe certamente arrestato il merci.
Morti e feriti a parte la storia continua…
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