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| Locomotive a polvere di carbone https://forum-duegieditrice.com/viewtopic.php?f=20&t=25692 |
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| Autore: | giacogi [ lunedì 7 luglio 2008, 20:18 ] |
| Oggetto del messaggio: | Locomotive a polvere di carbone |
qualcuno sa darmi qualche informazione circa l'utilizzo di questo combustibile nelle loco a vapore? Ciao Giorgio |
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| Autore: | snajper [ giovedì 10 luglio 2008, 20:31 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
La polvere di carbone (finissima, infatti era spesso tradotta "polverino") era usata molto nella ex Germania Orientale. Furono equipaggiate soprattutto locomotive delle serie 44, 50 e 52 (anche qualche 58 ricostruita), ma soprattutto le prime. Ricordo una foto su uno dei primissimi TuttoTreno in cui appariva una 44 a polvere di carbone. Forse qualcuna è sopravvissuta. A ovest invece si preferì la nafta come alternativa. Se anche altri paesi abbiano provato la combustione a carbone polverizzato non so. |
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| Autore: | saint [ venerdì 11 luglio 2008, 8:50 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Ma queste locomotive usavano forni GCS (generazione di gasogeno e sua combustione SOPRA il letto di carbone) ? Se no sai che perdite per il trascinamento da parte del tiraggio... |
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| Autore: | Giancarlo Giacobbo [ venerdì 11 luglio 2008, 11:19 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Per non mandare sprecato nulla, la polvere di carbone veniva anche compattata sotto forma di mattoni e bruciata in normali forni. Quando c'era si usava nelle fasi di accensione delle locomotive. |
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| Autore: | marco_58 [ venerdì 11 luglio 2008, 13:01 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Di caldaie a polveri di carbone ne conosco solo l'esistenza, ma non ho mai avuto occasione di vederne o documentarmi. In compenso ne ho visto e automatizzato qualcuna a polverino di legno, pertanto ritengo che il principio di funzionamento possa essere il medesimo. Il fuoco deve deve essere acceso manualmente con pezzi piccoli via via sempre più grandi fino ad ottenere una temperatura tale da provocare l'autoaccensione del polverino. Il polverino viene caricato dal basso con mezzi meccanici, coclee che ruotano lentamente, quindi è spinto sulla griglia. Le coclee prelevano direttamente il polverino dal fondo del tender, che ha la forma di tramoggia. Il polverino a contatto con l'alta temperatura della camera di combustione si incendia. Per aumentare la produzione di calore, quindi di vapore, è sufficente aumentare la portata di polverino aumentanto la velocità delle coclee. Per spegnere la caldaia è sufficiente interrompere il flusso di polverino, ma se la camera di combustione ha la giusta temperatura riavviando l'alimentazione di polverino la caldaia si riaccende automaticamente. Tale sistema era utilizzato quando la potenza della locomotiva era tale da richiedere la presenza di due fuochisti: uno da solo non riusciva ad alimentare la caldaia. L'alternativa erano l'alimentazione a nafta o gas. Il gas fu provato da molte amministrazioni e poi scartato per via della sua pericolisità . Esempio italiano almeno una 625. Tanto per citare locomotive italiane, le 746/747 e le 691 con medesimo generatore di vapore, avevano quella potenza, minore rispetto ad altre realizzazioni estere dell'epoca, giuste per impiegare un solo fuochista ma non mezzi meccanici di caricamento del forno. Saluti Marco Fornaciari |
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| Autore: | saint [ venerdì 11 luglio 2008, 13:11 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
marco_58 ha scritto: In compenso ne ho visto e automatizzato qualcuna a polverino di legno, pertanto ritengo che il principio di funzionamento possa essere il medesimo.
La caldaia era statica o era quella di una locomotiva ? Quanto al gas, venne usato anche sulle 743 e se non erro fu un incidente su una/la (? dovrei riprendere il TTStoria su cui se ne paralva) 743 a far cessare l'esperimento. |
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| Autore: | mallard [ venerdì 11 luglio 2008, 13:30 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Concordo,Saint; su una 743 fu provata l'alimentazione a gas ma l'incendio della cabina, dovuto proprio ad un difetto di questo pulito ma pericoloso combustibile, fece abbandonare la sperimentazione. |
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| Autore: | marco_58 [ venerdì 11 luglio 2008, 18:48 ] |
| Oggetto del messaggio: | |
Le caldaie a polverino, ed anche quelle a pula, che conosco sono solo statiche ed automatiche. Il polverino è sempre prelevato da silos, normalmente si utilizzano gli sfridi di lavorazioni del legno: taglio, piallatura, levigatura, ecc. brevemente detti anche segatura. Poi se è disponibile legna secca non utilizabile per costruzioni la si macina (la macchina è come una gratugia a tamburo) rendendola quasi polvere. Poi il polverino e la pula sono materiali facilmente infiammabili e che possono pure esplodere, pertatnto proprio adatto ai mezzi mobili. Tenerli umidi ne vanifica l'utilizzo, ma fatto ancora più pericoloso è che bagnati fermentano e si incendiano. Tra l'altro l'incendio inizia all'interno del mucchio e non c'è fiamma ma alta temperatura, in questo caso bagnare il mucchio all'esterno peggiora la situazione. La pula è quanto rimane dalla prima separazione del chicco di grano dalla spiga. Non ricordo il nome ma si utilizza anche quella parte di pannocchia di mais che trattiene i chicchi. Il vantaggio dell'uso del polverino è: 1- utilizzo degli sfridi lavorazione 2- alto potere calorico 3- caldaia chiusa 4- non necessario l'intervento umano per la carica del combustibile 5- minori scorie della combustione 6- combustione quasi senza fiamma. Saluti Marco Fornaciari |
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