Un gigante americano praticamente sconosciuto da noialtri:
IVES
Pochissimo noto in Italia, il marchio Ives assurge nel 1910 al rango di maggior produttore di giocattoli degli Stati Uniti e lo rimane fino al 1924, quando viene superato nelle vendite da Lionel. La Ives Manufacturing Company viene fondata nel 1868 a Plymouth, nel Connecticut, da Edward Ives, un discendente di William Bradford, leggendario governatore, dal 1621 al 1656, della colonia fondata dai pellegrini del Mayflower. I primi articoli prodotti dalla Ives sono delle bambole di carta, ma presto ad esse si aggiungono diversi balocchi fra i quali un cannoncino funzionante realmente a polvere da sparo e giocattoli meccanici con movimento ad orologeria. Grazie alla ingegnosità di questi ultimi, progettati da Jerome Secor, Nathan Warner e Arthur Hotchkiss, negli ultimi due decenni dell’Ottocento l’azienda è già fra le più importanti degli Stati Uniti. E’ in questo periodo che la Ives lancia sul mercato i suoi primi treni giocattolo da pavimento, sia in cast iron sia fatti di latta, alcuni dei quali sono in grado di emettere un fischio simile a quello delle vere locomotive che attraversano le praterie americane e persino di gettare sbuffi di vapore dal fumaiolo. Nel dicembre del 1900, un furioso incendio distrugge il principale stabilimento della società, che è costretta a trasferirsi temporaneamente in locali presi in affitto dalla Haberlin & Hayes Bridgeport Tool & Die, dove viene messo a punto il primo modello Ives di ferrovia completa di binari. Questi treni giocattolo a molla a scartamento 0 (32 mm) ottengono un rapido successo commerciale, consentendo alla Ives, che nel frattempo ha incassato un congruo indennizzo assicurativo per i danni causati dall’incendio, di ricostruire la propria fabbrica e di dotarsi di moderni macchinari con cui produrre in grande serie le sue minuscole ferrovie, in diretta concorrenza con quelle similari importate negli Stati Uniti dalla Germania. Per contrastare i produttori tedeschi, Ives adotta una politica commerciale basata su campagne pubblicitarie indirizzate ai teenager. Il marketing della Ives punta direttamente sui ragazzi fra i 13 e i 19 anni, invitandoli a diventare “business partners” delle Ives Railway Lines, il cui successo dipende dalle loro capacità manageriali. La strategia si rivela vincente, creando un forte legame fra i giovani americani e il marchio di Plymouth, tanto da consentire alla Ives di continuare a vendere con successo i propri trenini ad orologeria anche dopo l’avvento delle prime ferrovie giocattolo elettriche. A dire il vero, la popolarità dei trenini a molla deriva anche dal fatto che all’epoca in molte case degli Stati Uniti non è ancor arrivata l’elettricità. Artefici delle Ives Railway Lines a scartamento 0 sono William R. Haberlin e il suo socio Timothy F. Hayes, che realizzano tutti i particolari dei binari, del materiale rotabile e delle locomotive (fatta eccezione per il corpo in cast iron di queste ultime, opera di Charles A. Hotchkiss, e dei motori a molla, costruiti dalla Reeves Manufacturing Company). In particolare, ad Haberlin ed Hayes si deve l’invenzione del primo macchinario messo a punto negli Stati Uniti per la produzione in serie di rotaie per ferrovie giocattolo, capace di sfornare 30.000 sezioni di binario al giorno. Haberlin lascerà la Ives nel 1908, per andare a lavorare con Thomas Alva Edison nei laboratori di West Orange, in New Jersey. La prime ferrovie giocattolo elettriche di Ives, a scartamento 0 e 1 (45 mm) vengono lanciate nel 1910, ma non riescono a competere che assai debolmente con quelle analoghe della Lionel, già presenti sul mercato da qualche anno. L’azienda di Plymouth diversifica allora la propria produzione introducendo nel 1913 il sistema di costruzioni metalliche Struktiron, ispirato al britannico Meccano (brevettato nel 1901 da Frank Hornby) e alla sua copia americana Erector di A. C. Gilbert. Lo Struktiron si rivela tuttavia un fiasco commerciale e viene ritirato nel 1917. Lo scoppio della prima guerra mondiale, se da un lato elimina le importazioni dalla Germania aumentando la quota di mercato a disposizione della Ives, dall’altro penalizza l’azienda, la cui ubicazione periferica impedisce l’acquisizione di lucrosi contratti governativi, come invece avviene, ad esempio, per Lionel (basata a New York) e American Flyer (Chicago). Dopo la guerra, i produttori americani di ferrovie giocattolo ottengono dal governo l’imposizione di pesanti dazi all’importazione, che in pratica mettono fuori mercato i marchi stranieri, in particolare i temuti tedeschi del distretto di Norimberga. Harry Ives, che nel frattempo ha preso le redini dell’azienda al posto del padre, cerca di diversificare la produzione lanciando nel 1917 una serie di battelli equipaggiati con lo stesso motore a molla delle sue locomotive. Piuttosto rozzi, poco realistici e molto propensi ad affondare o quantomeno ad arrugginirsi, tali natanti stentano ad affermarsi pur venendo offerti fino al 1928. Nel 1921, Ives abbandona all’improvvisamente la costruzione delle sue ferrovie giocattolo a scartamento 1 e passa a produrne in quello che chiama Wide Gauge. Si tratta dello stesso (2-1/8 inches, pari a 5,3975 cm) Standard Gauge lanciato diversi anni prima dalla Lionel, ma la Ives non può chiamarlo così perché il nome è stato brevettato. Negli anni ’20 diverse altre aziende lanciano modelli ferroviari in questo scartamento (che rimane prettamente americano) alimentando una forte competizione fra i produttori. Questo periodo vede una vera e propria guerra commerciale fra la Ives e la Lionel, il cui titolare Joshua Lionel Cowen lancia una campagna pubblicitaria dove i prodotti dell’azienda rivale vengono sistematicamente bistrattati. In un annuncio sulla stampa si vede ad esempio una locomotiva Ives che cadendo da un tavolo si rompe in 15 pezzi, mentre una Lionel che subisce lo stesso trattamento riporta solo qualche piccola ammaccatura. Per questo, ma soprattutto per via del fatto che i trenini Lionel sono offerti a prezzi più bassi, la Ives continua a cedere quote di mercato, e nel 1924 vede la ditta rivale superarla in termini di vendite negli Usa, perdendo un primato che deteneva dal 1910. Ives corre ai ripari introducendo diverse migliorie, come le locomotive che invertono il senso di marcia quando il regolatore di tensione viene azzerato, ma ciò non basta a risollevare la situazione, che anzi peggiora allorché si tenta di battere la concorrenza nel settore di prezzo più basso, vendendo in perdita il set più economico dell’assortimento. Costretta a dichiarare bancarotta, il 31 luglio del 1928 la Ives viene rilevata congiuntamente da Lionel e American Flyer, che per prima cosa interrompono la produzione dei battelli. Poi, gradatamente, i modelli ferroviari vengono rimpiazzati da altri costruiti da Lionel o American Flyer, che della Ives mantengono solo il nome. Sopravvive piuttosto a lungo solo la Ives 1122, una locomotiva messa a punto poco prima del fallimento dell’azienda, che sebbene abbia un rodiggio 4-4-2 è una riproduzione abbastanza fedele della President Washington Class, una Pacific della Baltimore & Ohio. Nel 1930, Lionel acquista dalla American Flyer la sua quota di ciò che resta della Ives e chiude lo storico stabilimento nel Connecticut. Nel 1933 il marchio Ives viene usato per le confezioni più economiche dell’assortimento Lionel, dopo di che viene abbandonato.
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