Da un articolo pubblicato il 10 Agosto 2023 da Giulia Favetti nel blog Trasporti elettrici
Dopo dieci anni la Germania annuncia l'abbandono dei treni ad idrogeno Il progetto del LNVG è partito nel 2012, con l'intento di sostituire le vecchie motrici diesel con alternative più pulite e performanti: la scelta era ricaduta su quelle ad idrogeno, ma un decennio dopo gli alti costi hanno portato a dei ripensamenti
Idrogeno od elettrico?
Una domanda tutt'altro che banale.
In Germania, nel 2012, la risposta fu "idrogeno" e la compagnia ferroviaria statale LNVG (acronimo di Landesnahverkehrsgesellschaft Niedersachsen) iniziò i lavori per sostituire gradualmente le vecchie locomotive diesel con le più efficienti e sostenibili versioni ad idrogeno, in teoria più economiche.
La scelta fra queste e quelle a batteria era stata presa proprio sulla base di questo fattore, che aveva individuato nell'opzione ad idrogeno le più convenienti. Ma dopo aver speso ben 85 milioni di euro forniti dalla Bassa Sassonia (Niedersachsen), ed altri 8,4 milioni forniti dal governo federale tedesco per acqistare 14 motrici, LNVG ha iniziato a riconsiderare la scelta.
Uno studio del 2022, commissionato dal Baden-Württemberg, ha poi ulteriormente rimescolato le carte in tavola, facendo desistere la compagnia ferroviaria federale dal proseguire su questa strada anche per le restanti 126 locomotive.
Una documentazione, infatti, ha dimostrato che i treni ad idrogeno possono essere fino all'80% più costosi delle opzioni ibride a batteria.
L'analisi ha preso in esame un totale di 16 tratte non elettrificate per l'utilizzo di veicoli ferroviari locali a zero emissioni. Nella maggior parte dei casi, i treni ibridi a batteria si sono rivelati la soluzione migliore.
Nel confronto diretto, questa tecnologia non è stata in grado di dimostrare una supremazia su nessuna delle rotte esaminate nel Baden-Württemberg, a causa dell'infrastruttura e delle caratteristiche operative.
Pertanto le motrici a celle a combustibile ad idrogeno non saranno più prese in considerazione nel prossimo futuro per i vari motivi operativi ed economici.
Oltre lo studio del 2022, và sottolineato che i lati negativi della scelta a favore dell'idrogeno sono:
- costose stazioni di servizio (cui si lega a doppio filo il costo e la disponibilità dell'idrogeno verde, ovvero quello ottenuto utilizzando l'energia prodotta da fonti rinnovabili);
- bassa efficienza ed autonomia (col rischio di dover aumentare il numero di treni in esercizio;
- alto consumo energetico;
- costo elevato;
- ultriore addestramento dei macchinisti e dei rifornitori.
Numeri alla mano, sulla linea Westfrankenbahn, il TCO (Total Cost of Ownership) di una flotta ferroviaria alimentata ad idrogeno sarebbe di 849 milioni di euro, versus i 506 milioni di euro per un ibrido a batteria, ed ai 588 milioni di euro per i treni elettrici convenzionali.
Sulla Nagoldtalbahn, le differenze sono ancora più marcate, con l'idrogeno che arrivava a 476 milioni di euro, rispetto ai 262 milioni di euro dell'ibrido a batteria, ovvero l'81% in meno.
Cosa farà l'italia con i progetti in fieri?
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