E' la poesia di Carducci :
https://it.wikipedia.org/wiki/A_SatanaE' interessante notare che, nella lettera di accompagnamento, Carducci vuole chiamare satana, non tanto il demonio, ma quelli che per la cultura del tempo venivano identificati come tali.
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È inutile che io avverta aver compreso nel nome di Satana tutto ciò che di nobile e bello e grande hanno scomunicato gli ascetici e i preti con la formola "Vade retro Satana"; cioè la disputa dell'uomo, la resistenza all'autorità e alla forza, la materia e la forma degnamente nobilitate. È inutile che io segni al tuo giudizio le molte strofe tirate giù alla meglio per finire: nelle quali è il concetto dilavato ma non la forma. Bisogna tornarci su, su questa poesia, e con molta attenzione. Ma non ostante mi pare che pel concetto e pel movimento lirico, io possa contentarmene. Pigliala adesso com'è [...] Dopo letto ricorda che è il lavoro di una notte." Da Wikipedia e, a sua volta, da "Giosuè Carducci, Poesie,Utet Libri, 2013".
Se fosse un inno a satana, sarebbe un inno contro Dio. Da ciò che capisco, da credente cristiano cattolico è, invece, una contestazione a chi vede satana nelle cose differenti da quelle che costituiscono la propria "confort zone", ovvero nelle cose che minano le nostre certezze, ma che non necessariamente sono il male.
C' è stato chi vedeva il demonio nei telai tessili, chi oggi lo vede nella TAV : sono tutti casi in cui non si è capito come funzionano le cose, e le si teme.
Poi, come ha mostrato SUD_EXPRESS26, di ferrovie, i papi, ne fecero.
Infine, abbiamo un Carducci frà noi. Noto, infatti, che il poeta usa il verbo pigliare ove noi oggi useremmo prendere : ed è proprio quelle che fai tu, Taurus484.
Stefano Minghetti