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 Oggetto del messaggio: La "Prigioniera del Falco d'Italia"
MessaggioInviato: venerdì 10 novembre 2023, 10:49 
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Iscritto il: sabato 4 luglio 2009, 22:25
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Località: Brescia
L'idea di dare nuovo smalto alla locomotiva del Castello di Brescia, definito da Gabriele D'Annunzio " il falco d'Italia" nasce dalla considerazione che quel frammento di archeologia industriale costituisce un vero e proprio punto di riferimento per intere generazioni di bresciani. Almeno tutte quelle che dal settembre 1961 ne hanno ammirato (soprattutto da bambini) l'imponente mole sul piazzale del Castello.

Immagine

Vi fu portata con due trattori stradali risolvendo non poche criticità burocratiche, tecniche e logistiche: basti pensare che per condurla nel piazzale al quale da allora dà il nome servì puntellare il ponte di accesso al Castello stesso.
La locomotiva esposta faceva parte di un ordinativo di sette macchine a rodiggio 0-3-0 con distribuzione sistema Allan realizzata dalle Costruzioni Meccaniche di Saronno (all’epoca collegate alla ditta tedesca Kessler di Esslingen) con il numero di fabbrica 284 e consegnata alla SNFT sul finire del 1906, anche se i dati disponibili la danno come immatricolata, unitaGmente alle altre sei unità, solo nel 1907.

La locomotiva giunse nel momento in cui la Società aveva appena inaugurato il tratto da Iseo sino a Breno e si apprestava a rilevare dalla Rete Adriatica (RA) il tratto Iseo-Brescia. Da qui l’esigenza di dotarsi di un parco trazione adeguato al servizio da svolgere, su una relazione piuttosto lunga e dalla difficile orografia.

Le principali caratteristiche delle unità 1-7 si possono così riassumere: motore a due cilindri gemelli orizzontali esterni a semplice espansione a vapore saturo, distribuzione Allan a cassetti semplici, potenza 220 kW. La lunghezza totale fuori respingenti era di 9.068 mm con passo rigido di 3.580 mm mentre il peso complessivo a pieno carico risultava essere di 41.260 kg.

Le scorte di carbone erano pari a 3 t mentre quelle di acqua, i cui cassoni erano posti lateralmente alla caldaia, erano di 2.000 litri. Il diametro delle ruote era di 1.330 mm a nuovo, misura decisamente interessante per una loco-tender, che già faceva intuire i servizi che le sarebbero stati affidati e poteva raggiungere una velocità massima di 60 km/h. Era dotata del freno rapido Westinghouse e quello a mano utilizzato per lo stazionamento.

Completavano le apparecchiature la sabbiera con i tubi che agivano sul secondo asse e il fischio a vapore. Appena giunte ad Iseo furono subito destinate al traino dei convogli passeggeri più importanti, coadiuvando le due automotrici a vapore già presenti sulla linea, e dei pochi merci all’epoca effettuati.

Per 54 anni ha portato lungo i binari della Brescia-Iseo-Edolo (ma anche della Brescia-Cremona) passeggeri e merci con le insegne della Snft (Società Nazionale Ferrovie e Tramvie). e poi da Orbetello a Porto Santo Stefano, e che restò attiva fino all’avvento del diesel nel 1960.

Nel corso di oltre mezzo secolo, si stima abbia percorso 2,5 milioni di chilometri, pari a circa 60 volte il giro del mondo. Per produrre il vapore necessario a marciare così a lungo (alla velocità massima di 60 km/h), pare abbia consumato 225mila quintali di carbone e 175mila metri cubi di acqua.

Ora mancano pochi giorni alla fine del 2023 per completare la raccolta fondi per salvare la locomotiva del Castello dal degrado causato dalla ruggine perchè sta deteriorandosi in modo irreversibile.
A tal proposito la “Lucato Termica”, una delle poche aziende in Europa specializzate in restauro di locomotive storiche, afferma che la Locomotiva, una volta restaurata, andrebbe protetta con una pensilina o una tettoia, per assicurare lunga vita alla “Prigioniera del Falco d’Italia”.
Ad oggi le donazioni effettuate per il suo restauro ammontano a 55mila euro, ma ne occorrono ancora 45mila per raggiungere la cifra necessaria.

Per contribuire il Birrificio Curtense, nell’ottica di aiutare la raccolta fondi, ha riproposto la sua Birra della Locomotiva al carbone vegetale. Pertanto, a partire da domani sabato 11 novembre, sul sito http://www.locomotivabs.it saranno nuovamente disponibili le otto bottiglie da collezione che raccontano la storia della “Numero 1” con altrettante immagini storiche.

La birra è acquistabile nei punti vendita elencati sul sito, online o direttamente al Birrificio Curtense.

https://www.locomotivabs.it/birra-artig ... -chiamata/


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 Oggetto del messaggio: Re: La "Prigioniera del Falco d'Italia"
MessaggioInviato: venerdì 10 novembre 2023, 11:50 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 19:52
Messaggi: 1514
Località: venezia
Ciao commilitone,
Fa sempre piacere leggere di restauri-recuperi di veicoli storici,
Buon lavoro

Anni fa abbiamo fatto lo stesso con la 851 112 e una centoporte a cassa in legno, nostra sede
se vi va date un'occhiata
viewtopic.php?f=29&t=101540&hilit=restaurata+la+sede+del+GFM

Abbiamo fatto tutto lavorando in proprio, circa 2000 ore, in primis ovviamente coi soci pensionati , ricevendo come sponsorizzazione- omaggio le vernici.


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 Oggetto del messaggio: Re: La "Prigioniera del Falco d'Italia"
MessaggioInviato: lunedì 7 ottobre 2024, 16:59 
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Iscritto il: sabato 4 luglio 2009, 22:25
Messaggi: 4040
Località: Brescia
È terminata la prima fase dei lavori di restauro della Locomotiva N. 1, storica motrice ferroviaria della Società Nazionale Ferrovie e Tranvie che, dopo aver percorso circa 2.5 milioni di chilometri, dal 17 settembre 1961 si trova nel piazzale del bastione San Faustino del Castello, rappresentando il primo esempio italiano di monumento ferroviario.

L’intervento avrà un costo totale di 173.328 euro con una durata di circa sei mesi. Oltre 60mila euro sono stati raccolti dalla campagna di crowdfunding attivata dall’Associazione Palcogiovani tra il 2022 e il 2024, accendendo i riflettori sulla Locomotiva N.1.

Le fasi dell'intervento

La prima fase ha riguardato le opere di cantierizzazione dell’area, con la realizzazione del ponteggio multidirezionale coperto e la recinzione perimetrale, rivestiti con teli impermeabili in pvc.

Ora prenderà il via la seconda fase, nella quale sarà effettuato un lavaggio generale utilizzando un’idropulitrice a bassa pressione. In seguito, alcuni componenti e gli accessori rimuovibili saranno smontati per consentire il loro risanamento o la ricostruzione. Nel caso in cui non fossero recuperabili verranno sostituiti.

La cassa esterna e la sottocassa verranno sottoposte a un’idrosabbiatura o alla criosabbiatura che asporteranno le vernici e consentiranno di individuare le parti in lamiera da restaurare, da tagliare o da sostituire.

La livrea originaria sarà ripristinata: le superfici saranno stuccate e levigate e sarà poi applicata una vernice di fondo (primer) epossidica. Sarà effettuato un restauro conservativo delle strutture della sottocassa e saranno poi spruzzate vernici acriliche specifiche fino a raggiungere lo stesso spessore della livrea originale.

La cabina di guida sarà recuperata e tutti gli accessori (maniglioni, portafanali, borchie, profili e serrature) saranno sabbiati, verniciati e lucidati (oppure ricostruiti, se necessario) e, successivamente, riposizionati sulla locomotiva. Le tubazioni dell’impianto pneumatico saranno sostituite e sarà revisionato l’impianto elettrico per consentire l’accensione automatica dei fanali nelle ore notturne.

Per pulire le superfici e per rimuovere le vernici saranno utilizzate strumentazioni laser (soprattutto per le superfici piccole che presentano particolari da evidenziare), oppure verrà utilizzata la criosabbiatura, tecnica di pulizia industriale che, attraverso macchine ad aria compressa, proietta pellet di ghiaccio secco (anidride carbonica allo stato solido a -78,5°C) ad altissime velocità sulle superfici da pulire. Si tratta di un processo ecologico che non lascia residui secondari

Lo svolgimento delle operazioni di pulizia e restauro sarà eseguito con la supervisione di una figura specializzata, la restauratrice Marianna Cappellina del Museo della Scienza e Tecnologia di Milano, che riveste un ruolo di supporto al responsabile di progetto dell’intervento, oltre che con la condivisione con la Soprintendenza.

Vi ricordo che la locomotiva del Castello di Brescia è il primo monumento ferroviario d’Italia, un patrimonio artistico e culturale non solo della città ma dell’intero Paese


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