La ferrovia Transalpina (Neuer Alpenbahnen in tedesco) è un complesso di linee ferroviarie costruite ad inizio secolo dall'Impero austro-ungarico allo scopo di migliorare i collegamenti fra l'interno e il Porto di Trieste, unendo la città di České Budějovice, oggi in Repubblica ceca, alla città giuliana. Essa si compone delle seguenti linee ferroviarie: la České Budějovice-Linz (Summerauerbahn, in tedesco); la Linz-Selzthal (Pyhrnbahn); la Selzthal-Bischofshofen (Ennstalbahn); la linea dei Tauri (Tauernbahn); la linea delle Caravanche (Karawankenbahn); la ferrovia Jesenice-Trieste (Wocheinerbahn nel tratto Jesenice-Nova Gorica e Karstbahn tra Nova Gorica e Trieste), nota in Italia impropriamente come Transalpina.
Il complesso di linee nacque come progetto delle Ferrovie imperiali dello stato austriaco (KKStB) come alternativa alla Trieste-Vienna, gestita dalla privata Südbahn. La costruzione della Transalpina venne approvata per legge il 6 giugno 1901 e i lavori per la sua costruzione iniziarono nelle settimane seguenti. Il complesso di linee fu completato e aperto tra il 1906 e il 1909. L'itinerario originario dell'intera linea fu realizzato a binario semplice ad eccezione dei seguenti tre trafori i quali furono costruiti a doppio binario: Galleria di Piedicolle (Bohinj, in sloveno, Woichen in tedesco) che valica lo spartiacque delle Alpi Giulie ed è lungo 6.339 m (dopo i danneggiamenti dovuti al conflitto bellico, dal 1945 la lunghezza fu ridotta a 6.327 m. il traforo delle Caravanche, che valica la catena montuosa omonima, lungo 7.976 m il traforo dei Tauri, che valica l'omonima catena montuosa, dove al km. 40+565 l'itinerario transalpino tocca il culmine a 1226 metri sul livello del mare. In origine era lungo 8.551 m, ma dall'anno 2000 è stato accorciato per permettere il passaggio di carri merci a sagoma moderna: l'ingresso della galleria è stato arretrato costruendo un portale in stile moderno. Il tunnel è ora lungo 8.371 m e il vecchio portale è rimasto come monumento. A Trieste la linea si attestava presso l'impianto della KKStB, Trieste Sant'Andrea, la quale fu allargata per l'occasione, dotandola dell'attuale fabbricato viaggiatori e di un piazzale del ferro che potesse disimpegnare il traffico preventivato. In seguito, il nome della stazione fu designato negli orari destinati al pubblico anche come Trieste Stato (in tedesco, Triest Staatsbahnhof) per distinguerla dall'altra stazione triestina, Trieste Meridionale (Triest Südbahnhof), di proprietà della Südbahn. Al termine della prima guerra mondiale e a seguito del trattato di Saint Germain (1919), il complesso di linee finì sotto la giurisdizione degli stati che successero all'Impero austro-ungarico. In particolare: la sezione fra il traforo di Piedicolle e Trieste passò in territorio italiano e fu esercita dalle Ferrovie dello Stato (FS). La stazione di Trieste Stato fu ribattezzata Trieste Campo Marzio; la sezione fra il traforo di Piedicolle e quello delle Caravanche fu assegnata al Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni; il tronco tra České Budějovice e Horní Dvořiště divenne cecoslovacco; il resto delle ferrovie rimase all'Austria. Come conseguenza del Trattato di Parigi (1947), il confine fra Italia e Jugoslavia fu spostato presso il valico di Monrupino (in sloveno Repentabor). L'anno seguente le ferrovie jugoslave costruirono una variante fra Sesana (in sloveno Sežana), sulla ferrovia Meridionale, e Kreplje, in modo da evitare il transito dei convogli ferroviari jugoslavi presso il valico di Villa Opicina, garantendo al contempo un collegamento a Nova Gorica che rimanesse all'interno del territorio nazionale . Nel 1991, con la dichiarazione di indipendenza della Slovenia, il tronco Jesenice – Sesana è passato in gestione alla ferrovie slovene. Nel 1993, a seguito della dissoluzione della Cecoslovacchia, la sezione ferroviaria di quest'ultima nazione è passata alla Repubblica Ceca.
Per quanto riguarda la tratta ex italiana con i suoi 144 chilometri congiungeva Trieste con Jesenice (Assling), il percorso era a un binario e aveva origine dalla stazione di Campo Marzio. La Transalpina sottopassava il colle San Giacomo e saliva verso l'altopiano con un tratto di forte pendenza raggiungendo Opicina. Da qui passava per il Carso, raggiungeva Gorizia, risaliva quindi la Valle dell'Isonzo, arrivava a Piedicolle e terminava a Jesenice da dove iniziava la Karawankenbahn diretta a Villaco. Per i mezzi dell’epoca la sua costruzione, che vide anche la messa in opera di gallerie e di ponti, fu ciclopica. Tanto per dare un’idea, l’arcata in pietra del ponte di Salcano è con i suoi 85 metri la più grande del mondo. La Transalpina, che ormai ha perso l’importanza commerciale che aveva nel Novecento, continua ad essere una linea a binario unico non elettrificata che percorre il Carso, la valle del fiume Isonzo e le Alpi Giulie, costituiendo una ferrovia turistica di tutto rispetto. Se consideriamo gli splendidi territori che attraversa, le culture che lambisce, i sapori e le tradizioni enogastronomiche che tocca, sarebbe opportuno un rilancio:
il tratto Nova Gorica - Sezana di 40 Km, opportunamente ammodernato, potrebbe diventare una bretella per collegare il valico ferroviario di Gorizia con il Corridoio 5 (in particolare con la linea Venezia - Trieste - Capodistria - Lubiana);
il tratto Nova Gorica - Jesenice di 89 Km, mantenendo inalterate le sue originarie caratteristiche, è idoneo a realizzare un corridoio turistico tra Italia, Slovenia e Austria da percorrere anche con treni storici a vapore.
Concludendo possiamo definire la TRANSALPINA: UN BINARIO PER TRE POPOLI, EIN GLEIS FUR DREI VÖLKER, TIR ZA TRI NARODE.
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