Concludo con la parte più complessa (e che francamente non ho compreso al 100% anche perché il mio francese è mediocre).
I treni sono analogici!
Quando hanno progettato il plastico il digitale era agli albori e successivamente non ritennero necessario convertirlo al digitale.
L’operatore ha ammesso che oggi lo farebbero in digitale.
Comunque è un sistema analogico con una sofisticazione estrema.
Per far funzionare il plastico servono sempre due operatori.
In sala sono in quattro e si danno il cambio.
Il controllo è computerizzato (5 computer in rete fra loro) e sui binari oltre alla corrente di trazione scorre anche una corrente a basso voltaggio che permette alle 601 schede elettroniche di conoscere esattamente dove si trovano i 120 treni in qualsiasi momento.
Il software di controllo è stato sviluppato ad hoc, come pure le schede di cui sono dotati tutti i rotabili.
Rispetto ad un moderno sistema digitale si notano partenze e frenate meno realistiche.
La gran parte delle carrozze sono illuminate e non si spengono quando il treno si ferma.
Recentemente hanno aggiunto alcuni suoni a bordo dei treni o in posizioni come passaggio a livello (volume eccessivo) o stazioni.
Corrente di alimentazione a 13,5 V (energia proveniente dai pannelli solari sul tetto) fornita da 69 alimentatori da 4A per i treni e 20 alimentatori da 4A per il paesaggio.
52 km di cavi per 72.500 connessioni elettriche
24 video camere per il controllo delle zone nascoste.
Armamento Shinohara.
Il tecnico ha riferito di una eccessiva delicatezza dei deviatoi e che oggi sceglierebbero Peco.
I motori dei deviatoi vengono mostrati nel video introduttivo. Sono del tipo a movimento lento e completamente in ottone.
Credo auto-costruiti ma mi sono dimenticato di chiederlo.
Ultima particolarità, sempre mostrata nel video: tutti i rotabili appena acquistati vengono smontati, le ruote vengono tornite per favorire la scorrevolezza e vengono raddoppiate le prese di corrente.
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