Celioth ha scritto:
Provo a darti anche io la mia opinione.
Secondo me anche se facessi una stazione di confine il dilemma sulla limitazione di rotabili che possono circolarvi coerentemente rimarrebbe.
Un giorno potresti appassionati anche all'epoca IV francese, per esempio, o addirittura all'epoca 2 austriaca o alle vaporiere inglesi!
Beh, a quel punto tutti gli "sforzi" fatti per avere un'ambientazione coerente sarebbero "vani", no?
[...]
Come sempre, prima di tutto ringrazio per la risposta e per l'interessante spunto di riflessione.
Diciamo che a questo punto ci sono arrivato dopo aver fatto svariati ragionamenti, che provo a schematizzare:
- è innegabile che bene o male ogni amministrazione o quasi abbia almeno un rotabile che per un motivo o per l'altro mi piace/attira, ma è anche ovvio che a meno di non ritrovarmi di colpo schifosamente ricco al punto di mettere in piedi un Gulliver's Gate II

qualche limite me lo devo imporre.
- nonostante questo sia il mio primo plastico vero e proprio (non consideriamo i binari posati per terra o su una tavola su due cavalletti, idem il mio attuale PaP che è molto provvisorio) e che sia attivo con l'acquisto di modelli da solo un paio d'anni, direi di aver avuto già da prima abbastanza tempo per definire i miei gusti e i miei interessi, vuoi perché ho sempre seguito questo mondo da "spettatore", vuoi per un numero spropositato di ore passate su quasi ogni simulatore ferroviario esistente da MSTS in poi, ecc ecc. Ormai so cosa mi piace e perché, di conseguenza escludo che di punto in bianco mi prenda una passione sfrenata per un tipo di ambientazione/amministrazione che possa superare per numero e tipologia di rotabili desiderati i due oggetto di questa discussione.
- Di conseguenza, il discorso FS/DB (o DB/FS per par condicio e per non mettere uno prima dell'altro

) nasce dall'idea di voler fare un plastico che possa esser coerente (per ambientazione, circolazione, ecc ecc) con le due ambientazioni/amministrazioni che so per certo essere quelle che per vari motivi presentano il maggior numero di modelli che vorrei aggiungere alla mia collezione e veder circolare.
- Poi certo, un domani non mi dispiacerebbe magari una PRR T1 americana, o una CC 6500 francese, piuttosto che una Re 4/4 svizzera, per puro sfizio personale, ma sarebbero comunque una manciata di modelli in mezzo alle decine di italiani e tedeschi.
Quindi italiani e tedeschi sarebbero la regola, mentre eventuali altri modelli sarebbero l'eccezione.E quindi arriviamo al punto in cui mi sono detto che nell'eterna indecisione tra un plastico ambientato in Germania e uno i Italia, potevo pensare a unire in qualche modo le due cose, anche considerando che la percentuale di rotabili rischia di avvicinarsi al 50 e 50 tra tedeschi e italiani. Chiaro che se parlassimo di 90% italiani e 10% tedeschi (o viceversa) l'approccio alla questione sarebbe stato differente e più semplice.
Quindi come dicevo sopra, l'intento sarebbe realizzare qualcosa che sia coerente con i modelli che saranno sempre in numero superiore al resto. Poi da questa base, per le eccezioni concordo al 100% che subentra la fantasia e l'inventiva. Molto banalmente: tutto il plastico ambientato in epoca IV ma compare un rotabile di epoca II? Sarà un treno storico. Compare un rotabile di amministrazione non confinante? Nell'universo parallelo in cui vive il plastico c'è un Expo/Fiera mondiale e la nazione "x" ha mandato un suo rotabile da esporre, sulla falsariga dell'ETR 209 a New York. Sta passando un treno di un paese confinante ma non con il confine riprodotto nel plastico? C'è un problema importante sulla linea che percorre di solito e in via eccezionale il treno segue un percorso differente, solo per quel giorno... E così via, sono giusto i primi esempi che mi sono venuti in mente.
Coerenza e realismo sì, ma senza essere sempre eccessivamente fiscali se qua e là si vuole fare uno strappo alla regola
