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Salve a tutti!
leggo da quelche giorno l'evolversi di questa situazione, sia qui che sugli altri thread.
Il problema che investe Trenitalia è un problema che investe la nazione Italia in generale, in tutti (o quasi tutti) i campi della pubblica amministrazione.
Io credo che una delle causa principali del malgoverno diffuso (in senso generale) sia la "Tuttologia tutta Italiana" del dirigente generico medio.
I "valzer di poltrone" sono uno sport di antica tradizione in Italia, dall'alta finanza (dove almeno i valzer sono tra banche ed assicurazioni o poco più) alla politica (ribaltoni storici e passaggi di sponda).
Cambia governo e cambiano i capoccioni, le capocce e le capoccette. Cambiano i direttori generali e cambiano i capi reparto, i capi settore e i capi ufficio. Ma in base a quale criterio? In base a quali capacità? In base a quale MERITO? E' triste dirlo ma la risposta non risiede in qusti 3 quesiti, la risposta è [color=red]clientelarismo e politica[/color].
Questi signori poi, non capendo una beneamata ceppa del settore dove vengono impiegati, di chi si avvalgono? Dei sfigati collaboratori, del personale NON direttivo/NON dirigente che comunque mastica di quelle materie da una vita. Ma si puo' fidare il dirigente di un quadro, o di un collaboratore? NO! Perchè nella testa del dirigente pubblico ci sono 3 concetti fondamentali, il loro vademecum sopravvivendi:
1) Se faccio una cazzata mi brucio e perdo punti, perciò non mi posso
fidare di nessuno (meno faccio e meno sbaglio);
2) Ciò che ha fatto il mio predecessore deve essere inibito o se
incompleto deve abortire a meno che non posso prendermi io il merito;
3) Debbo trarre il massimo dai privilegi e dai vantaggi della mia posizione.
Provate a parlare con un'addetto ad una segreteria o di un ufficio, un ufficio qualsiasi della pubblica amministrazione (ministeri, enti locali, enti ex-statali e parastatali, difesa, società a controllo statale), c'è da piangere!
Tagliare le spese in tali situazioni è inutile, è forse l'ultima voce e non la prima e unica, anzi denota solamente una dirigenza antica e inadatta ad affrontare le problematiche attuali.
Infine ci vuole responsabilità personale, sissignori PERSONALE.
Oggi ci si limita a chiedere conto dei soldi spesi, infatti i dirigenti migliori sono quelli che meno spendono agli occhi dei superiori (creando spesso disservizi mostruosi) . Nulla di più cieco e sordo!
Per risollevare le sorti ci vogliono progetti e idee nuove, ampie e possibilmente collaudate (anche copiando all'estero, tanto noi non ci schifiamo a quanto pare di copiare spesso solo il marcio) in modo da assegnare ai dirigenti degli obiettivi da raggiungere.
Poi in base al lavoro svolto, come ultima voce, si penserebbe agli stipendi, diversi logicamente tra chi ha prodotto e chi ha fallito, nonchè eventuali penali.
Concludo, non da italiano disfattista, con l'idea che tali cambiamenti saranno possibili solo attraverso grandi stravolgimenti dettati da cause indipendenti dalla volontà di chi gestisce il pasese Italia.
Saluti!
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