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MessaggioInviato: lunedì 20 novembre 2006, 23:14 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 10:06
Messaggi: 2935
Da Dagospia.... un punto di vista diverso...

Lettera 5
FS vive da mesi in attesa di conoscere le Grandi Direttive dei nuovi massimi dirigenti. Tutti si aspettano qualche cosa, tutti si dicono preoccupati (lo sono sempre gli impiegati statali e non si capisce perché), tutti temono trasferimenti in sedi disagiate, turni chissà quanto faticosi: tutti temono per il loro posto di lavoro. Ora, posto che se ci fosse qualcuno a rischio quello dovrebbe essere solo il dirigente, teoricamente licenziabile, mi riesce però difficile capire quali siano le paure di chi lavora nel Palazzone. Davvero si teme che vengano trasferiti da Roma a Catanzaro a fare i bigliettai, così come si sente dire nei corridoio ampi vuoti e tristi? Ma sono mai capitati simili sconvolgimenti nel pubblico impiego italiano? Qualcuno ha mai provato a fare mosse del genere mettendosi contro il Sindacato? Non mi risulta.

Così vivacchiamo e leggiamo le nuove disposizioni che riguardano la cura "francescana" adottata dal nuovo A.D. che si traduce in una sola frase: riduzione di tutte le spese. Così sono sparite alcune auto blu di dirigenti, le spese di trasferte si faranno obbligatoriamente solo in treno, via le tessere Vip per gli aeroporti e via via tutta una serie di disposizioni che dovrebbero portare l'azienda a risparmiare. Trenitalia è sull'orlo del fallimento, le ferrovie hanno un deficit mostruoso, anche gli spicci contano. E quindi anche a mensa è arrivato l'ordine francescano: si possono prendere solo due tovagliolini di carta ed un set di posate di plastica. Forse c'era prima un traffico di tovagliolini e di posatine di plastica, non so, vorrei capire il risparmio a quanto ammonterà.

Tutti sono impegnati a risparmiare, niente fotocopie a colori, per carità: pare che Moretti si incavolerebbe molto se ricevesse fotocopie a colori. Intanto i termosifoni sono accesi al limite della sauna, tanto da dover aprire le finestre, le luci vengono lasciate perennemente accese nel Palazzone e soprattutto gli impiegati continuano ad uscire alle 14.30, facendo la fila ai tornelli all'approssimarsi dell'ora di chiusura, pronti a scattare appena il display indica l'ora giusta. Voglio proprio vedere se e quando si toccherà questo privilegio.
Il Patrizio di Villa Patrizi


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MessaggioInviato: martedì 21 novembre 2006, 11:55 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:25
Messaggi: 574
Località: Roma
Salve a tutti!
leggo da quelche giorno l'evolversi di questa situazione, sia qui che sugli altri thread.
Il problema che investe Trenitalia è un problema che investe la nazione Italia in generale, in tutti (o quasi tutti) i campi della pubblica amministrazione.
Io credo che una delle causa principali del malgoverno diffuso (in senso generale) sia la "Tuttologia tutta Italiana" del dirigente generico medio.
I "valzer di poltrone" sono uno sport di antica tradizione in Italia, dall'alta finanza (dove almeno i valzer sono tra banche ed assicurazioni o poco più) alla politica (ribaltoni storici e passaggi di sponda).
Cambia governo e cambiano i capoccioni, le capocce e le capoccette. Cambiano i direttori generali e cambiano i capi reparto, i capi settore e i capi ufficio. Ma in base a quale criterio? In base a quali capacità? In base a quale MERITO? E' triste dirlo ma la risposta non risiede in qusti 3 quesiti, la risposta è [color=red]clientelarismo e politica[/color].

Questi signori poi, non capendo una beneamata ceppa del settore dove vengono impiegati, di chi si avvalgono? Dei sfigati collaboratori, del personale NON direttivo/NON dirigente che comunque mastica di quelle materie da una vita. Ma si puo' fidare il dirigente di un quadro, o di un collaboratore? NO! Perchè nella testa del dirigente pubblico ci sono 3 concetti fondamentali, il loro vademecum sopravvivendi:
1) Se faccio una cazzata mi brucio e perdo punti, perciò non mi posso
fidare di nessuno (meno faccio e meno sbaglio);
2) Ciò che ha fatto il mio predecessore deve essere inibito o se
incompleto deve abortire a meno che non posso prendermi io il merito;
3) Debbo trarre il massimo dai privilegi e dai vantaggi della mia posizione.

Provate a parlare con un'addetto ad una segreteria o di un ufficio, un ufficio qualsiasi della pubblica amministrazione (ministeri, enti locali, enti ex-statali e parastatali, difesa, società a controllo statale), c'è da piangere!

Tagliare le spese in tali situazioni è inutile, è forse l'ultima voce e non la prima e unica, anzi denota solamente una dirigenza antica e inadatta ad affrontare le problematiche attuali.

Infine ci vuole responsabilità personale, sissignori PERSONALE.
Oggi ci si limita a chiedere conto dei soldi spesi, infatti i dirigenti migliori sono quelli che meno spendono agli occhi dei superiori (creando spesso disservizi mostruosi) . Nulla di più cieco e sordo!

Per risollevare le sorti ci vogliono progetti e idee nuove, ampie e possibilmente collaudate (anche copiando all'estero, tanto noi non ci schifiamo a quanto pare di copiare spesso solo il marcio) in modo da assegnare ai dirigenti degli obiettivi da raggiungere.
Poi in base al lavoro svolto, come ultima voce, si penserebbe agli stipendi, diversi logicamente tra chi ha prodotto e chi ha fallito, nonchè eventuali penali.

Concludo, non da italiano disfattista, con l'idea che tali cambiamenti saranno possibili solo attraverso grandi stravolgimenti dettati da cause indipendenti dalla volontà di chi gestisce il pasese Italia.
Saluti!


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