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Il bello è che abbiamo in casa la fiat, che è sempre stata capace di dialogare con qualsiasi tipo di regime: mentre negli anni Cinquantaha aiutato la Spagna a costruire un'industria automobilistica e ferroviaria moderna (Seat e C.A.F.), subito dopo si è impegnata in Unione Sovietica con la Lada, e contemporaneamente in Iugoslavia (Zastava), Egitto (El Nasr), India (Premier Auto Limited), Polonia (Polski Fiat/FSO), Argentina (Fiat Sevel), Brasile (Fiat do Brasil), Turchia (Tofas) .
Adesso, alla chetichella, c'è uno stabilimento in Corea del Nord che produce Palio e Doblò. Mentre il colosso indiano Tata ha messo in produzione la nuova Indica, che è una Palio ricarrozzata.
Quindi, schizzinosità nei confronti di regimi discutibili ce n'è poca.
Almeno da parte fiat.
E' che in tutti gli altri settori industriali siamo sempre stati politicamente deboli, eccetto in quello delle armi.
E' che abbiamo una concorrenza estera in grado di destabilizzare la nostra politica interna pur di eliminarci (come è successo quindici anni fa, quando la penetrazione economica italiana in africa e medio oriente è stata bloccata con mani pulite).
Tornando alla rotaia, un po' di esportazione c'è rimasta più che altro nel settore tranviario, dove AnsaldoBreda ha piazzato partite di vetture in diverse città nordamericane, e guarda caso anche a Washington la metropolitana ha vetture costruite a Napoli e Pistoia.
In Argentina, a Rosario, la Fiat aveva una locale divisione Materfer, proprio quella che ha realizzato le serie di automotrici per Cuba e diversi altri paesi sudamericani tra cui Venezuela e Messico.
Guarda caso, nel periodo che precedette il golpe dei generali del 24 marzo 1976 in Argentina, il direttore della Fiat Materfer di Rosario fu rapito e ucciso da un gruppo di terroristi. E, pochi anni dopo, intere linee di produzione erano disabilitate a causa delle "sparizioni" di operai organizzate dal regime.
Difficile non vedere come la concorrenza nordamericana e francese si siano avvantaggiate della situazione, e va detto che nessuna delle loro filiali in loco fu mai bersagliata come la Fiat. Misteri.
Tutto questo excursus un po' sconclusionato per dire che il nostro export molto spesso non ha goduto delle protezioni politiche di cui avrebbe avuto bisogno.
Protezioni che non arriveranno certo dalla UE, intenzionata a proteggere francia e germania, e ultimamente anche la spagna.
Mentre da noi si dismette con la scusa delle quote europee di produzione, si vende agli stranieri e si delocalizza.
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