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Antefatto: domenica scorsa il quotidiano "La Provincia di Varese" pubblica un articolo di fondo che si scaglia contro il governo centrale che non da soldi per le strade in Lombardia; legittimo spunto polemico contro la maggioranza e, soprattutto, contro la sinistra (PRC e Verdi), favorevole solo al potenziamento del TPL. Peccato però manchi nell'articolo qualsiasi riferimento al ruolo del trasporto pubblico: BREBEMI, tangenziale EST-Esterna, Pedemontana sono le uniche infrastrutture citate. Peccato per la conclusione del tipo "arrivino i soldi, facciamo le autostrade e state trnquilli che troviamo qualche briciola per il trasporto su ferro".
Ho scritto questa lettera, chiedo un commento prima di mandarla al giornale: mi sarebbe piaciuot anche inserire una critica "preventiva" a PRC e Verdi, che parlano di "potenziamento", ma poi sono contrari a progetti di ampio respiro che non siano il semplice "comprare qualche treno in più": non sapevo come inserirlo senza allungare troppo la lettera, se qualcuno ci riesce...
Gentile direttore, le scrivo a proposito dell’articolo di fondo di domenica scorsa, che segnalava la carenza di infrastrutture stradali nella nostra regione e denunciava l’opposizione a nuove strade e autostrade posto dai partiti di sinistra, favorevoli al contrario ad un potenziamento del trasporto pubblico. Lasciando perdere i motivi di polemica politica, vengo al tema in oggetto: per quanto nuove opere di viabilità siano in molti casi necessari, ritengo che la vera soluzione strategica al problema della mobilità debba venire proprio dal trasporto pubblico e merci su rotaia; oggi, invece, quando si parla di infrastrutture e soluzione dei problemi del traffico, si propone, di fatto, come unica soluzione la realizzazione di nuove grandi strade o autostrade, con il “correttivo”, per così dire, di un generico appello al potenziamento del trasporto pubblico. Risultato: da un lato le proposte per grandi opere come la BreBeMi, la Est-Esterna, la Pedemontana, la superstrada Malpensa,-Boffalora, dall’altro… solo qualche vaga parola sul “potenziamento del trasporto pubblico”,senza alcun progetto concreto da sostenere. Eppure di infrastrutture da costruire o da ammodernare ce ne sarebbero: con riferimento in particolare alla realtà di Malpensa, mi limito a citare il collegamento ferroviario con il Canton-Ticino e quello con il capoluogo provinciale, che prevede il ripristino del raccordo FS-FNM a Busto (già in corso di ricostruzione) e il potenziamento della linea Milano-Gallarate (almeno per il tratto Gallarate-Busto), in modo da poter creare un collegamento cadenzato con almeno un treno ogni ora (tempo di percorrenzaipotizzabile: circa 40 minuti, contro le tre ore che l’articolo di domenica indica come tempo medio mattutino per andare da Varese all’aeroporto internazionale) . E che dire del lungo asse ferroviario che attraversa la Brianza da Est a Ovest, da Carnate (MI) a Saronno: una sorta di “Pedemontana ferroviaria”, in parte di proprietà FS, in parte FNM, oggi interamente a binario singolo non elettrificato e inutilizzata per il servizio passeggeri, che potrebbe essere usata per collegamenti tra Malpensa e la Lombardia orientale. Non va poi dimenticato che le relazioni verso Milano (FS e FNM) soffrono a causa delle limitate infrastrutture che rendono rigida la circolazione ferroviaria e limitano il numero dei treni (è il motivo per cui, ad esempio, non si può aggiungere una relazione locale cadenzata Malpensa-Milano che serva anche l’impianto “fantasma” di Ferno-Lonate P., stazione con un bacino potenziale di circa 20.000 persone!). Ma quadruplicare la Bovisa-Cadorna sulle FNM, la Gallarate-Rho sulle FS o –tanto per fare un paio di altri esempi- la MI-Novara o la MI-Bergamo costa tantissimo, tanto quanto fare una autostrada; non è vero che i soldi ci sono anche per il trasporto pubblico: i soldi sono quelli che sono (potrebbero essere di più, e tutte le forze politiche dovrebbero impegnarsi in questo senso), delle priorità vanno individuate e una scelta strategica è necessaria: un trasporto pubblico su ferro efficiente, dotato di infrastrutture moderne, sarà in grado, in futuro, di assorbire grandi aumenti della domanda, assai più di quanto non potranno fare le autostrade. Chiedetelo a Germania e Svizzera, che negli anni Cinquanta-Sessanta ammodernarono centinaia di chilometri di ferrovie e tramvie extraurbane, anziché eliminarle come avvenne da noi (basti pensare al tram MI-Gallarate-Cassano-Lonate o alla utilissima linea Varese-Como delle FNM, inopinatamente soppressa nel 1966). In quegli anni tedeschi e svizzeri posero –anche così- le basi per la competitività attuale, noi al contrario ponemmo le basi per la nostra malandata mobilità, sempre in stato di emergenza.
Ultima modifica di Roberto Morandi il sabato 13 gennaio 2007, 15:11, modificato 1 volta in totale.
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