Ciao a tutti,
ringrazio chiunque abbia finora commentato e abbia scelto di condividere qualcosa.
Circa i congiuntivi mi scuso, ma quello che ha scritto il nostro amico ALn668.1700, nonostante fosse palesemente provocatorio, mi ha comunque un po' smontato. Però mi ha fatto anche riflettere: avrei potuto fare tutte quelle belle cose, eppure ho scelto di scrivere. Per me condividere è più bello! Quindi sì, me lo aspettavo, ma non mi sono offeso affatto. Anzi!
Sviluppando il concetto di accumulo, il buon Claudio ha detto il vero: il valore intrinseco di un oggetto non rimarrà tale per sempre, e più gli anni passano e più i tesoretti di una volta perdono valore a fronte delle nuove produzioni; è pur vero che i prezzi lievitati delle nuove produzioni si portano dietro anche l'usato, ma non saranno tanti quelli che accettano rincari anche sull'usato. Senza contare che, come dite giustamente voi, i treni fermi si rovinano di più di quelli in movimento!
Molte cose le ho accumulate anche in previsione di elaborazioni e ho una lista infinita di modelli da elaborare o costruire da zero. Tuttavia, le missioni di ricerca ed acquisto erano sempre prevalenti rispetto alla voglia di usare le manine. Che tragedia! Solo di recente mi sto rimettendo un po' in moto.
Poi, sul discorso di creare collezioni a tema, del tipo: "solo loco da manovra", o "solo epoca IV italiana" e chi più ne ha più ne metta, va comunque bene, purché i criteri di un hobby sano siano sempre presenti. Io il mio hobby l'ho sempre tenuto in sordina, perché spesso viene reputato infantile dalle "persone normali" (?); purtroppo l'ambiente in cui sono cresciuto non ha favorito molto lo sviluppo sano del mio hobby. Fortunatamente ora ho una fidanzata che apprezza il mio hobby e mi supporta nel mantenerlo regolato e sano.
Diciamo poi che, come dice Luca Solis, il collezionista è indubbiamente più esposto a potenziali pericoli di acquisto compulsivo perché la natura stessa del collezionismo ha molti punti in comune col compratore seriale. È implicito che si debba fare più attenzione. Com'è anche indubbio che muovere le mani sia molto terapeutico: è gratificante, stimola fantasia ed inventiva e ci tiene impegnati!
In linea di massima, siamo veramente tutti diversi ed ognuno di noi difende a spada tratta tutti i lati positivi della propria parrocchia. Però scommetto che ognuno di noi si meraviglia quando vede un grande plastico o una bella vetrinona. Forse a guardare la vetrina verrebbe un po' di tristezza a vedere tutti quei modelli fermi a prendere polvere, oppure osservando un plastico si vedono le orride curve R2, treni elettrici su linee diesel oppure composizioni non coerenti. Però in fin dei conti siamo modellisti, e arriverà sempre il momento in cui dobbiamo accettare compromessi o dobbiamo forzare la fantasia per salvaguardare il nostro hobby e non renderlo una rincorsa ossessiva verso la realtà. Chi più, chi meno.
In fondo, ogni "stranezza" può diventare coerente se supportata da una bella storia. Chissà, in un plastico diesel può essere che il tutto è ambientato in una realtà alternativa dove tutti i mezzi sono stati equipaggiati con il Last Mile!

Lì per lì fa sorridere, ma intanto mette a tacere i propri pensieri intrusivi.
Grazie ragazzi!
Gabri