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innanzi tutto vorrei dire che concordo pienamente con Taiga Trommel, in particolare con il suo ultimo messaggio.
per Benedetto Sabatini, mi permetto di chiederti: hai figli?
guarda, io ne ho due, una di 23 ed uno di 17, che, grazie a Dio, ma ancor di più per merito di mia moglie e forse, un pochino, anche mio, non ci hanno mai dato grossi problemi, e questo non vuol dire che non abbiano mai fatto c.....e, anzi...
d'altronde, quell'età l'abbiamo avuta tutti, e quindi c.....e le abbiamo fatte tutti.
secondo me la mia generazione, sono nato nel '53, pur avendo avuto molto meno dal punto di vista soldi e simili (per quanto tempo chiesi la bicicletta!), ebbe la fortuna di un mondo molto più tranquillo di oggi, più "sicuro", in cui crescere, di una gioventù meno soggetta ad influenze esterne.
i miei figli, pur avendo avuto la Playstation, il motorino, il computer oppure qualche capo firmato, possibilmente in saldo (!), hanno comunque avuto molta meno libertà di espressione, di gioco, di vivere, rispetto a noi.
noi abbiamo avuto più modo di dare sfogo alla nostra fantasia, a trovare un modo semplice per divertirci (chi è che non si ricorda i giochi con le bilie e con i tappi?) e per fare c.....e - in questo periodo io e i miei compagni di scuola, 12-13-14 anni, eravamo arrampicati sugli alberi a rubare le ciliegie dei contadini, i quali non erano molto contenti, ve l'assicuro!
tengo anche in conto di aver avuto la fortuna, questo sia io e mia moglie che i miei figli, di essere nati e vissuti in una cittadina di provincia, per di più nella cornice di uno dei più bei posti al mondo, quindi abbastanza lontana dal clima senz'altro diverso dalla grande città.
essere genitori oggi è senz'altro più complicato, più preoccupante di ieri, ed è ancora più facile sbagliare, non arrivare a capire tutto, non arrivare a controllare tutto.
E tu te la sentiresti, a cuor leggero, di dire a quel padre ed a quella madre "non l'avete educato o controllato abbastanza bene"?
Ti giuro, io no!
Sto male al pensiero di quei due poveri genitori, e sapere, come ha detto Taiga, che "ci sono imbecilli che brindano alla fine di un writer...", un bambino di 11 o 12 anni - ma anche ne avesse avuto 14 o 15 non cambiava niente - mi fa stare ancora più male.
Le colpe?
Le colpe le possiamo cercare in noi stessi (quante volte mi sono detto "fossi stato più vicino ai miei figli quand'erano piccoli"!), in una società che mette al primo posto, in tutto, la lotta, il mito del più forte, nella televisione, con i suoi miti dell'apparire e non dell'essere, nei videogiochi, con il loro mondo virtuale che diventa vero, nella pubblicità con la sua violenza... e via discorrendo.
ma comunque, quel bambino è morto, e, possiamo dire quello che vogliamo, ai suoi genitori non lo restituirà nessuno
saluti e scusate lo sproloquio!
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