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MessaggioInviato: martedì 8 maggio 2007, 18:42 
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Davanti ad un undicenne che muore atrocemente c'è chi riesce a soffermarsi sul graffito...


Non è un particolare da poco: se non andava a fare i graffiti, molto probabilmente era ancora vivo... gli abbiamo fatto credere che fare i graffiti è figo, e lui ci ha rimesso le penne.


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MessaggioInviato: martedì 8 maggio 2007, 18:47 
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Inizio facendo le mie condoglianze e con tutto il mio dolore per una tragedia che si commenta da sola. Aggiungo però che è una tragedia purtroppo figlia dei nostri tempi e del vuoto di educazione e di valori che subiamo oggigiorno. Se un ragazzino di 11 anni si riduce a fare certe cose c'è qualcosa che non funziona; e se davanti a certe cose i suoi "amichetti" l'hanno lasciato 15 minuti riverso sui binari c'è qualcosa che funziona ancora meno (non credo sia stato solo shock). Purtroppo le tragedie sono sempre successe, ma questi sono comportamenti che ne aiutano solo la diffusione. Ho una cuginetta di quell'età, e vedo che molti suoi compagni sono prossimi a certe strade sbagliate, alcuni già le hanno imboccate, e questo mi fa veramente venire la pelle d'oca. Purtroppo si può far poco, l'unico rimedio è l'educazione e far capire a questi ragazzini che la vita è bellissima e ci sono altri miliardi di modi per divertirsi molto di più che a fare i writers. Però ciò deve partire in primis dalle famiglie.


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MessaggioInviato: martedì 8 maggio 2007, 18:53 
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[OT e pure polemico]
Le famiglie? Che roba sono? Quelle cose per le quali il governo ritiene che sia inutile manifestare?
[/OT]

In altre parole, ci sono molte cose che non vanno, forse.


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MessaggioInviato: martedì 8 maggio 2007, 20:38 
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Teniamo comunque conto nelle nostre considerazioni che stiamo parlando di un 11enne, quindi di un bambino. Sono d'accordo con quelli che parlano di mancanza di educazione nei giovani d'oggi ma ritengo che in questo caso quella fatta dal ragazzino fosse veramente una bravata come, penso, abbiamo fatto tutti.
Ad 11 anni sarebbe stato ancora "recuperabile" e, sinceramente, pur odiando con tutto il cuore i graffitari mi dispiace moltissimo per il bambino e per i suoi famigliari.
Mi ha colpito molto poi il fatto che sia stato lasciato in mezzo ai binari per oltre un quarto d'ora, non so forse si sarebbe salvato oppure no resta il fatto che sia stato abbandonato ecco...questo non so se quando ero bambino io sarebbe successo, capisco la paura ma non dare nemmeno l'allarme di quanto successo mi lascia esterefatto.


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MessaggioInviato: martedì 8 maggio 2007, 21:05 
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Benedetto.Sabatini ha scritto:
Cita:
Davanti ad un undicenne che muore atrocemente c'è chi riesce a soffermarsi sul graffito...


Non è un particolare da poco: se non andava a fare i graffiti, molto probabilmente era ancora vivo... gli abbiamo fatto credere che fare i graffiti è figo, e lui ci ha rimesso le penne.


Stai dando per scontato parecchio, direi.
E comunque: chi se ne frega del graffito!!!


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MessaggioInviato: martedì 8 maggio 2007, 22:05 
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sto dando per scontato che la vita umana non è paragonabile a un graffito, ma non credo che ci sia da rimarcarlo. Però il problema c'è. Poi, se scavalchi una recinzione e vai a fare una cosa che non si può fare (per svariati motivi, sicurezza inclusa) e ci resti secco, che tu sia un bravo ragazzo, o uno stronzo, che tu abbia 11 o 99 anni, cambia poco: sei morto per fare un graffito (o anch e per fare una foto.. è successo pure quello).

Muore un bambino di 11 anni, oltre ad essere ancor più doloroso, penso che una creatura a quell'età non abbia ancora ben sviluppata la possibilità di valutare dei pericoli che corre, quindi un po' di condivisione di responsabilità in chi ce lo ha portato e in chi lo ha "iniziato" a quel comportamento ci dovrebbe essere.

Non c'è più la percezione del rischio... e questo è un male, IMHO.
Non è il primo che ci muore. Vogliamo fare le pantomime pietose e aspettare il terzo?


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MessaggioInviato: martedì 8 maggio 2007, 22:47 
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Tragedie ce ne sono tutti i giorni e in tutte le situazioni. C'è quello che raccoglie il pallone nel canale e annega, quello che scivola in bici durante una gara e per sfiga becca il palo di sostegno di una vite, quello che finisce schiacciato da un cancello automatico, da un trattore... Il pericolo si cela ovunque.
Ma coi treni c'è poco da scherzare, questo bisognerebbe insegnare, un po' di "rispetto" per il mezzo treno. Che si attraversi i binari a pl chiuso o che ci si avvicini alla massicciata per fare i graffiti sul muro, il problema è che non ci si rende conto del pericolo. Quanta gente in stazione chiacchiera col merci in transito a un metro di distanza? I graffiti sarebbe potuto andare a farli su altri muri, purtroppo ha scelto il posto e il momento sbagliato. Difficile penso frenare i giovani quando hanno questi comportamenti di gruppo, non so quanto i genitori riescano a proibire o educare. Un bambino è morto e questa è un'immensa tragedia. Almeno insegnamo a stare lontano dalle rotaie...


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MessaggioInviato: mercoledì 9 maggio 2007, 8:20 
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Benedetto.Sabatini ha scritto:
Non c'è più la percezione del rischio... e questo è un male, IMHO.
Non è il primo che ci muore. Vogliamo fare le pantomime pietose e aspettare il terzo?


Ok, in linea di massima sono d'accordo. Però mi sfugge il senso di quest'ultima frase.
Io non faccio scene pietose. Cerco di non pensarci perchè anche solo l'immagine mentale mi fa stare da schifo. Quello che posso fare - e faccio, e farò - sarà cercare di educare i miei figli in modo che queste cose le capiscano.
Tu cosa proponevi di fare per evitare il terzo???


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MessaggioInviato: mercoledì 9 maggio 2007, 8:22 
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Aggiungo che concordo pienamente con l'intervento di Pup.
Spesso vado a fare foto in stazione con mio figlio. Prima di appoggiare l'occhio al mirino non vi dico le cautele! E comunque scatto sempre con una mano sola, perchè nell'altra stringo la mano del bimbo.


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MessaggioInviato: mercoledì 9 maggio 2007, 8:40 
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TaigaTrommel ha scritto:
Aggiungo che concordo pienamente con l'intervento di Pup.
Spesso vado a fare foto in stazione con mio figlio. Prima di appoggiare l'occhio al mirino non vi dico le cautele! E comunque scatto sempre con una mano sola, perchè nell'altra stringo la mano del bimbo.


Ed è giusto così!!!
E' quello che qualunque genitore "normale" farebbe...
Io non credo che Taiga lascerebbe suo figlio a 11 anni andare a imbrattare muri lungo la ferrovia!


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MessaggioInviato: mercoledì 9 maggio 2007, 8:54 
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...rispondo al Basso poi cercherò di astenermi.
Basso, ma cosa ne puoi mai sapere, tu o altri in questo forum, di come fossero i genitori di questo bambino?
Ma a parte questo, pensi che un bambino di 11 anni vada sorvegliato in continuazione? Che non possa muovere i suoi passi da solo? Sempre sotto il controllo di un adulto? La mia infanzia è stata negli anni settanta, ed avevo la fortuna di aver davanti a casa prati sconfinati - e la ferrovia.
Trascorrevo le mie giornate lontano dagli occhi di mia madre.
E di cazzate ne ho combinate anche io, pure di potenzialmente pericolose.
Mi ricordo il figlio di una mia professoressa... in gamba sia la professoressa che il figlio, ci tengo a specificare. Eppure quel ragazzino lo beccarono con un "collega" che faceva buchi nelle carrozzerie delle auto parcheggiate col trapano del traforo... come definirla? Innocente imbecillità? Sua madre avrebbe voluto scuoiarlo.
La morale (IMHO)? Da bambini si fanno delle cazzate innocenti. Che possono diventare cazzate meno innocenti, che possono rimanere stupidaggini fatte da bambini da ricordare con gli amici quarant'anni dopo.
Tra quarant'anni ci saranno degli uomini di mezza età che ricorderanno il loro amico travolto e fatto a pezzi da un treno, mentre il silenzio calerà per un attimo sulla conversazione.
E giù anche a criticare i compagni di gioco, che non hanno fatto nulla... cosa avrebbero dovuto fare a parte fuggire terrorizzati, poveri cristi anche loro?

Io mi immagino un corpicino tagliato in due da un treno che ci passa sopra, e in giro (non solo su queste pagine) ci sono imbecilli che brindano alla fine di un writer... ma un minimo di pietà umana!


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MessaggioInviato: mercoledì 9 maggio 2007, 9:15 
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Cita:
Tu cosa proponevi di fare per evitare il terzo???


esattamente quello che proponi tu. Far capire che ci sono dei limiti, che sono stabiliti non per motivi oppressivi ma per difenderci dai pericoli.
Forse abbiamo percezioni diverse, ma vedo ragazzi che valutano allo stesso modo mettersi un paio di jeans a vita bassa con mezzo culo che scappa fuori (qualcuno può inorridire, ma al massimo ti prendi il mal di schiena) o andare a fare graffiti sulle barriere antirumore della ferrovia.
Io la voglio buttare sul semplice, non mi va di fare discorsi alla meluzzi.

Cita:
Da bambini si fanno delle cazzate innocenti. Che possono diventare cazzate meno innocenti, che possono rimanere stupidaggini fatte da bambini da ricordare con gli amici quarant'anni dopo.

Certo, chi non le ha fatte? Ma se a 11 anni vai a fare i graffiti oppure ti diverti ad atraversare i binari mentre arrivano i treni (visti ieri a incisa) e a 13 ti trovano sfatto di extasy e superalcolici, secondo me c'è qualcosa che non va.


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MessaggioInviato: mercoledì 9 maggio 2007, 12:24 
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Iscritto il: lunedì 19 giugno 2006, 15:08
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innanzi tutto vorrei dire che concordo pienamente con Taiga Trommel, in particolare con il suo ultimo messaggio.
per Benedetto Sabatini, mi permetto di chiederti: hai figli?
guarda, io ne ho due, una di 23 ed uno di 17, che, grazie a Dio, ma ancor di più per merito di mia moglie e forse, un pochino, anche mio, non ci hanno mai dato grossi problemi, e questo non vuol dire che non abbiano mai fatto c.....e, anzi...
d'altronde, quell'età l'abbiamo avuta tutti, e quindi c.....e le abbiamo fatte tutti.
secondo me la mia generazione, sono nato nel '53, pur avendo avuto molto meno dal punto di vista soldi e simili (per quanto tempo chiesi la bicicletta!), ebbe la fortuna di un mondo molto più tranquillo di oggi, più "sicuro", in cui crescere, di una gioventù meno soggetta ad influenze esterne.
i miei figli, pur avendo avuto la Playstation, il motorino, il computer oppure qualche capo firmato, possibilmente in saldo (!), hanno comunque avuto molta meno libertà di espressione, di gioco, di vivere, rispetto a noi.
noi abbiamo avuto più modo di dare sfogo alla nostra fantasia, a trovare un modo semplice per divertirci (chi è che non si ricorda i giochi con le bilie e con i tappi?) e per fare c.....e - in questo periodo io e i miei compagni di scuola, 12-13-14 anni, eravamo arrampicati sugli alberi a rubare le ciliegie dei contadini, i quali non erano molto contenti, ve l'assicuro!
tengo anche in conto di aver avuto la fortuna, questo sia io e mia moglie che i miei figli, di essere nati e vissuti in una cittadina di provincia, per di più nella cornice di uno dei più bei posti al mondo, quindi abbastanza lontana dal clima senz'altro diverso dalla grande città.
essere genitori oggi è senz'altro più complicato, più preoccupante di ieri, ed è ancora più facile sbagliare, non arrivare a capire tutto, non arrivare a controllare tutto.
E tu te la sentiresti, a cuor leggero, di dire a quel padre ed a quella madre "non l'avete educato o controllato abbastanza bene"?
Ti giuro, io no!
Sto male al pensiero di quei due poveri genitori, e sapere, come ha detto Taiga, che "ci sono imbecilli che brindano alla fine di un writer...", un bambino di 11 o 12 anni - ma anche ne avesse avuto 14 o 15 non cambiava niente - mi fa stare ancora più male.
Le colpe?
Le colpe le possiamo cercare in noi stessi (quante volte mi sono detto "fossi stato più vicino ai miei figli quand'erano piccoli"!), in una società che mette al primo posto, in tutto, la lotta, il mito del più forte, nella televisione, con i suoi miti dell'apparire e non dell'essere, nei videogiochi, con il loro mondo virtuale che diventa vero, nella pubblicità con la sua violenza... e via discorrendo.
ma comunque, quel bambino è morto, e, possiamo dire quello che vogliamo, ai suoi genitori non lo restituirà nessuno
saluti e scusate lo sproloquio!


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MessaggioInviato: mercoledì 9 maggio 2007, 14:10 
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Iscritto il: venerdì 3 febbraio 2006, 13:31
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Taiga, redshadow, come padre di due figli di 28 e 24 anni per fortuna cresciuti bene, sono in piena sintonia con quanto da voi detto.
Giancarlo


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MessaggioInviato: mercoledì 5 settembre 2007, 14:58 
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Iscritto il: sabato 23 settembre 2006, 13:40
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Non so se faccio bene a scrivere su questa discussione un pò troppo concitata e chiusa da mesi.

Premetto che come età potrei essere un coetaneo dei vostri figli:20(se ne avete). Mi spiace per il ragazzino(e non solo lui). Per quanto stesse facendo una bravata non meritava in alcun modo di farsi male o rimetterci le penne.

Ho trovato erroneo dire che i genitori del malcapitato non avessero insegnato al figlio i valori o l'educazione.Sicuramente lo hanno fatto.
Solo fino a 2/3 anni fa frequentavo una compagnia di liceali in cui c'erano anche dei Writer incalliti, tutta gente proveniente da buona famiglia. Sorge spontanea la domanda di come simili ''imbecilli'' possano essere figli di bravissime persone. La colpa non è dei genitori sicuramente. é banale dirlo,ma essendo appena uscito dalla adolescenza mi sono reso conto che fino all'età di 16-17 anni la mia mente era un casino. Ero incapace(come tutti i miei coetanei,e molti lo sono tuttora) di distinguere cosa era veramente importante nella vita perchè ero bombardato dalla miriade di c......te che si trovano in giro su internet e la tv.Cosa può aver capito della vita un 11enne?Probabilmente che bisogna essere fighi,noti e sempre al centro dell'attenzione con le proprie opere bibliche.

Tornando sull'argomento writer,lo sapete perchè i ragazzi vanno a fare murales sui vagoni,muri e in posti assurdi? (come sui lati di un cavalcavia che da direttamente sopra l'autostrada). Esistono siti e giornaletti(esempio degli esempi la rivista WALL) su cui sono bandite gare per la top 100 dei graffiti più 'belli' sui vagoni.... oppure addirittura altre assurde sui graffiti nei posti più pericolosi(vedi i cavalcavia o i tetti ancora amiantati di ditte abbandonate) e quindi che mettono a rischio la vita di chi vi partecipa. Non la trovate una cosa assurda?

Detto questo credo che sia inutile non postare le foto dove si vedono dei graffiti per non far sentire realizzati gli autori,esiste già una letteratura apposita al riguardo.


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