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Effrazione in macelleria
“Insomma, camerati, il panorama contemporaneo lo trovo deprimente. Voi non siete modellisti e non potete capire…”
“Eh, saran problemi! Peggio dello stato del traffico merci! Quello vero, voglio dire.”
“Giovane, non si vive di solo pane…”
I soliti tre sono al tavolinetto di un bar. Due birre medie ed un bicchiere di lambrusco.
Il terzo si decide a profferir parola: “Una modo potrebbe anche esserci...”
“Ocio fioj… percepisco un fremito nella Forza!”
“…e cosa proporresti, bolscèvico, la fondazione di una cooperativa modellistica? Già immagino la ragione sociale: ’Cooperativa Fermodellistica Stella Rossa’…”
“No, avevo in mente… bè, potremmo ‘convincere’ un costruttore tedesco.”
È il tipo di silenzio che può preludere alla risata sguaiata che si spegnerà definitivamente solo nel coma etilico, oppure alla seria valutazione di una possibilità, per quanto improbabile.
La risata non arriva.
I due fissano il ‘profeta’, che invece ha lo sguardo perso lontano…
“Giovane, troverai l’occasione di delucidarci in proposito? A breve, dico…”
“Eh? Ah, sì, scusate. Allora…”
E comincia al tavolinetto un confabulare basso e fitto, dal tono decisamente cospiratorio.
“Sèto ‘mbriago fino al buso, seto?? Ti sei rivisto Matrix ieri notte?”
“Deh, giovane… non so valutare la concretezza tecnica del piano… ma l’idea! L’ardimento! Meglio un giorno da leoni…”
“Che cento da cojoni, o da mona, come si dice dalle mie parti.”
Il terzo si tracanna in due sorsi mezza birra: “Sentite, tecnicamente si può fare, ma avremo bisogno d’aiuto. In primo luogo serve il progetto. Sommo, qui il modellista sei tu…”
“Ah, demonio bolscèvico… sopravvaluti le mie capacità… Mai stato un gran chè al tecnigrafo…”
“E col CAD sarà come andar de notte, dico ben?”
“…CAD?”
“Ma sì, Computer Aided… va bè, in mona!”
“No, buoni! Ad ognuno il suo… Sono certo che nel tuo archivio storico disponi di disegni quotati e fotografie.”
“Disegni in grande copia! Ma poche riproduzioni fotografiche…”
“Voaltri sté tranquilli. Quello è il mio campo.”
“Poi ci sarà bisogno di un progettista. Che capisca anche di stampi.”
Un sorso di lambrusco ed ecco il momento dello scetticismo: “Ah, quelli crescono come le erbacce! Li si trova pure ai semafori, che spacciano ‘Buon signore, occorre forse l’opra d’un capotecnico stampista? Mi faccia lavorare, che ho bisogno…’.”
“Secondo me Minipino è in grado di farlo.”
Silenzio. Dello stesso tipo della prima volta.
“Bè, avete ben visto i suoi lavori, è senz’altro in grado!”
“…chi casso xè Minipino??”
“Bè… non guardatemi così. Ci sono dei rischi e bisogna coinvolgere altri cospiratori. Per sicurezza useremo dei callsign.”
“…ciò che in maggior misura mi stupisce, è la disinvoltura con cui passi dal cirillico alla lingua della perfida Albione…”
“Vabbè, dai! Nickname! Nomìgnoli!! Pseudònimi!”
Una pausa nella discussione, si riflette, si sorseggiano le bevande.
“Vate, fidati! Minipino è in grado di fare il lavoro. Ma si lascerà coinvolgere solo se saprà che ci sei di mezzo anche tu. Anzi, dovrete lavorare a stretto contatto.”
“Deh, per me sarà un onore coadiuvarlo!”
“Mona che siete, il punto debole è l’infiltrazione. Te sei capace?”
“No, io no. Ma ho contatti.”
Sguardi sospettosi: “Sarebbe a dire?”
“Shampo e Pampèro, due amici dei centri sociali. Molto esperti, molto cauti, e soprattutto abbastanza appassionati di ferrovia da stare al gioco.”
Ancora silenzio carico. Un sorso di lambrusco, poi un’uscita inaspettata: “Se li trovi degni di fiducia tu, saranno degni della fiducia nostra.” Poi a voce più bassa: “Patrioti cresciuti in ambienti malsani… bisognosi d’opportunità di riscatto, per Diana!”
“Magari dei mona no-TAV… cin-cin allora!”
Da comunicazioni telematiche codificate: Sparviero: MINIPINO ENTUSIASTA STOP GARANTITA DISCRETA ET ESPERTA COLLABORAZIONE STOP Neuromante: Ottimo. Avete bisogno di integrare i materiali d’archivio? Ombra: ALT! Me ne occupo io. Non avete che da chiedere e procurerò tutto il procurabile. E oltre. Sparviero: INOLTREREMO RICHIESTA MATERIALE MEDIANTE SUCCESSIVO DISPACCIO ELETTRONICO STOP RICHIEDO AGGIORNAMENTO SU PIANIFICAZIONE EFFRAZIONE TELEMATICA Neuromante: Lavoro lungo e complesso, ma si progredisce. Per il momento procediamo nel buio, but I feel confident. Sparviero – STOP STOP STOP VENTI FLESSIONI STOP IMMANTINENTE STOP
È notte. Dentro al solito monovolume, i soliti tre.
“Giovane, vuoi spiegarmi nuovamente perché non possiamo agire da casa?”
“Sommo, spiegarti i dettagli è complesso, ma esiste la possibilità che la Polizia Postale possa risalire al luogo della connessione. Non conviene farlo da un posto che possano ricondurre a uno di noi.”
“Ma dove ci porti?”
“Qui.”
“Qui?”
L’auto si ferma presso un parcheggio affollato.
“Bolscèvico miscredente, cosa ci facciamo qui?”
“Ci connettiamo.” E tira fuori da una borsa un portatile ingombrante. Armeggia un po’ e in qualche modo riesce a collocarlo sul volante.
“Delucidazioni, cortesemente...”
“Cinque minuti, poi non mi dovete rompere l’anima finché non lo dico io. Allora: dall’altra parte della strada c’è l’ufficio di un mio cliente che è così pirla da non aver chiuso la connessione wireless. Da qui mi connetterò tramite il suo router, e se anche arrivano al mio cliente non potranno risalire a noi.”
“Connessione numerica ad Onde Marconi, dunque?”
“’Ombra’, distrai ‘Sparviero’, che c’ho da fare.”
“Agli ordini, Neuromòna!”
Passa un’ora.
“Neuromòna… è ancora lunga?”
“Ne ho ancora un po’, sì. Perché non vai al pub di fronte a prendere qualche birra?”
“Vado.”
“Anche per noi intendevo…”
“Deh, per me un bicchiere di Lambrusco.”
“Altro? Piadine? Un piatìn de patatine? Due stuzzichini?”
“…”
“Vate, vien con mì, và!”
Rimasto solo, “Neuromante” si concentra sullo schermo del portatile, impartendo raffiche di comandi con la tastiera.
“…putanassa… saper due parole di tedesco aiuterebbe… ‘tanassa…”
E non si avvede dei due vigili che si avvicinano all’auto, un uomo ed una ragazza giovane.
Un colpo di nocche contro il finestrino, un colpo al cuore dell’aspirante criminale informatico, che sbarra gli occhi… Colto con le braghe calate!
Il vigile bussa ancora, seccato, e fa cenno di abbassare il finestrino.
“Obbedisco, ‘tanassa della ‘tanassa…”
Scende il finestrino.
“Lei è in divieto di sosta, lo sa o no?” Il graduato si sta dando un tono, per far bella figura con la collega.
“Ma certo, mi scusi, è che stavo aspettando che si liberasse un posto.”
“Ah sì? E nel frattempo cosa fa, una partitina a Tetris?”
“…eh? No, controllavo la posta elettronica, sa…”
“E controlla la posta con l’auto in contravvenzione… bravo!” e tira fuori il blocchetto delle multe.
“No, scusi, qui c’è divieto di sosta, non divieto di fermata! Io sono ancora in auto, quindi questa non è proprio una ‘sosta’!”
“Ah, cavilliamo? Facciamo i furbetti? Guardi, cominci a darmi patente e libretto, e poi diamo anche un occhiata alle gomme e tutto quanto, scenda dalla macchina!”
“…’rcaputàna…”
In quel mentre, i due complici tornano con i beveraggi. Capiscono al volo la situazione ed esitano un attimo.
“Sa fèmo? Telar non se pòle… o se pòle?”
“No, giovane, proprio non è cosa. Tieni, reggimi il lambrusco!”
“Ostrega d’un uomo, c’ho due mani solo!! ‘Spèta!”
In qualche modo ‘Sparviero’ si libera del beveraggio, lasciando ‘Ombra’ in condizione precaria, ma è un’emergenza!
Con poche vigorose falcate raggiunge i vigili. Una manata quasi violenta sulla schiena del graduato: “GIOVANE!”
Il vigile fa un salto e si gira, la sua collega fa un passo indietro allarmata, ma vedono che si tratta di un signore anziano e distinto, e si rilassano.
“Dica!”
“Cosa state… che mi venga! Io ti conosco, vero?”
Il graduato aggrotta le sopracciglia. Dentro l’auto si vedono gli occhi a palla di ‘Neuromante’, sbigottito.
“Eh sì, sei proprio tu, impunito! Besnati Piergiorgio, classe 1952, quinta B!”
“È lei maestro M…”
“Sei quello zoticone che in quinta B c’è rimasto per ben tre anni, sì, sì, sei proprio tu!”
La vigilessa non riesce a trattenere un sorriso. È davvero carina.
“Ma, via, è passato tanto tempo…” il vigile sorride imbarazzato, getta nervosamente uno sguardo alla collega.
“E cos’abbiamo qui? Ah, verbali!” Rapido‚ ‘Sparviero’ si impossessa del blocchetto e lo consulta: “Sì, sì, riconosco la grafia da gallinaccio… Buon dio!!! Cosa leggo!” e scocca uno sguardo di fuoco all’ex alunno: “Vedo che l’uso del congiuntivo non t’è ancora entrato in testa!”
“Eh, cosa vuole, si scrive di fretta…”
“E senza perizia alcuna direi… anche le acca vanno completamente a caso!”
Il vigile prova a sostenere lo sguardo di fuoco dell’anziano, ma non ce la fa, e d’un tratto cede alla soggezione: ”Mi scusi Maestro M…”
“MI SCUSI? Hai una posizione, non mi spiego come tu te ne sia fatta una, ma adesso non puoi, NON PUOI scrivere laidi strafalcioni di tale fatta! Fosse per me saresti ancora in quinta elementare Besnati!” e cambia tono: “Buon dio, Besnati, non sei un cattivo ragazzo, ma proprio non ti applichi... cosa vogliamo fare? Cosa devo fare con te?”
Il vigile si riprende il blocco dei verbali, con soggezione: “No, è che… starò più attento, prometto…”
Poi ‘Sparviero’ si rivolge alla ragazza: “Signorina, mi raccomando a lei. Questo ragazzo deve applicarsi ed ha bisogno d’uno sprone. Posso contare su di lei?”
“Ma certamente!” Ha una voce dolce, ma il tono di scherno non deve far troppo piacere al Besnati, che mette via il blocco tutto trafelato, poi prende la collega per il gomito e fa: “Forza, dai, continuiamo il giro. Maestro, è stato un piacere, arrivederla!”
“Àpplicati, Besnati. Àpplicati! Signorina, la saluto, e… mi raccomando!”
E chiude lo show con un impeccabile baciamano. La ragazza sorride. Il vigile, al colmo dell’imbarazzo, la porta via quasi di peso.
“Zuccone bolscèvico! Hai preso paura per caso?”
“H!”
“Esprimiti pure liberamente! Che intenzioni hai? Hai finito?”
“H!”
Arriva anche il terzo: “Bè, Vate, i miei rispetti, performance degna del miglior Paolini!”
Inarca un sopracciglio.
“Ehm… ‘prestazione’?”
“Meglio.”
‘Neuromante’ si riprende: “Dieci minuti. Ne ho per dieci minuti. La mia birra?”
“Mona io, l’ho scolata durante lo spettacolo. E che spettacolo!”
“Pace, non ne ho più voglia… mi vai a prendere un bicchiere di rum?”
“Va ben, va! Che ce n’hai bisogno sul serio!”
Dopo un quarto d’ora l’auto se ne va.
Dei tre cospiratori, uno dorme ben farcito di birra, uno guida, l’altro lo sonda con sguardo indagatore: “Allora?”
“I file sono al loro posto, con i nomi contraffatti.”
“Funzionerà?”
Alza le spalle. “Possiamo sperare nella stolida efficienza teutonica. O forse sperare che qualcuno a Norimberga sia molto più stolido che efficiente… non lo so. Possiamo solo aspettare e vedere.”
“Beh, aspetteremo.”
Qualche mese dopo, dalle pagine di una nota testata specialistica:
“[omissis]…ed è con grande meraviglia che annunciamo una notizia clamorosa per i modellisti del nostro paese. Il noto produttore tedesco ha presentato alla fiera di Norimberga le novità dell’anno prossimo, ma in luogo dell’ennesima vaporiera tedesca quest’anno il modello di punta sarà niente meno che una GR 685 delle FS! Il modello è di grande pregio, come tradizione della casa, ed il prezzo elevato, ma non inarrivabile. Erano anni che attendevamo una grande vaporiera italiana di produzione industriale. Abbiamo chiesto all’amministratore delegato il motivo di una scelta tanto inaspettata e gradita, e la risposta è stata che i tempi appaiono maturi ed il mercato italiano promettente. Abbiamo anche chiesto se è in previsione una GR 691, ma un malore subitaneo, fortunatamente non grave, ha colto in quel momento il dirigente …[omissis]”
Ultima modifica di TaigaTrommel il lunedì 30 luglio 2007, 8:08, modificato 4 volte in totale.
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