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Autore Messaggio
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MessaggioInviato: mercoledì 27 agosto 2008, 8:30 
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...solo per vostra info..
La "8F" britannica in fondo al mare a Sharm è molto conosciuta dagli appassionati inglesi. C'era un tacito accordo fra sub che nulla sarebbe stato asportato da quel sito, ma confrontando le foto fatte una decina d'anni fa con altre più recenti ci si è accorti che qualcuno "ha preso in prestito" la targa della camera a fumo che era comunque rimasta ancora lì dopo l'attacco alla nave e l'affondamento.

Gresley


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MessaggioInviato: mercoledì 27 agosto 2008, 13:17 
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Località: Granducato di Toscana
mallet ha scritto:
Pensavo di trovare sulla rete maggiori informazioni sul piroscafo THISLTEGORM. Invece ho trovato soltanto che apparteneva alla Albyn Line e che era stato costruito nel 1940. Questo armatore aveva tutte le navi che iniziavano per THISTLE.
Quanto al carico trasportato nel suo ultimo viaggio, per quanto riguarda la parte ferroviaria, non erano due locomotive con rodiggio C, bensì due macchine con rodiggio 1'D,
Scusate queste mie informazioni che credo non interessino a nessuno, oltre al sottoscritto.
Saluti


Credo che abbiamo fatto la stessa ricerca,nel primo dei suoi quattro viaggi(l'ultimo incompiuto...)tasportò rotaie dall'Inghilterra agli Stati Uniti,e qualche altra notizia si trova,quello che non ho trovato in assoluto sono foto della nave o delle sue sorelle ,escluso naturalmente il relitto.Ma forse è solo colpa mia.
Adesso vado molto OT,chi non vuole non legga!
La storia di questa nave(descritta anche in una trasmissione televisiva)mi ha fatto ripensare ad una parte sconosciuta ai piu ,della seconda guerra mondiale,quella delle duecentoventi navi (e dei loro EQUIPAGGI ) della Marina Mercantile Italiana rimaste fuori dal Mediterraneo all'entrata in guerra dell'Italia,circa 1 300 000 tonnellate (poco meno della metà di tutta la flotta mercantile nazionale compresi 7 transatlantici,44 petroliere,navi frigorifero ed altri grandi e moderni piroscafi ).
Autoaffondate se in porti divenuti nemici,rincorse da navi inglesi o francesi se in prossimità di loro colonie,internate in porti neutrali,altre cercarono scampo in porti di nazioni simpatizzanti,Spagna , Giappone, Francia occupata,Germania.Di molte non si sà dove e come andarono perdute con tutti i loro equipaggi.
Certo,la guerra doveva durare ,nelle previsioni ,pochi mesi,ma le cose andarono diversamente,e negli anni a seguire fino al '43 alcune nostre navi mercantili ,seguendo itinerari lontani da tutte le rotte,nel piu completo silenzio radio,col rischio continuo di venire intercettate da aerei,navi,sommergibili inglesi o americani,oppure non venir riconosciute dai similari mezzi tedeschi,giapponesi o anche italiani operanti nei vari oceani ,navigavano tra la Francia occupata ed il Giappone trasportando gomma ed altre materie prime dall'oriente , contro tecnologie tedesche ed italiane per i giapponesi.
Infine un pensiero particolare per quella che credo sia l'unica nave italiana(questa però della Marina Militare ) che non ha mai attraccato in un porto italiano,la Cannoniera Fluviale Ermanno Carlotto ,costruita nel 1920 nei cantieri di Shanghai e che ha navigato, fino all'autoaffondamento del 09/09/43 ,sulle acque dello Jan-Tze-Kiang in Cina.
Fine OT
riparliamo di treni
Giancarlo


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MessaggioInviato: mercoledì 27 agosto 2008, 14:09 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 16:48
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OT molto interessante, invece, Giancarlo visto che a me piace la storia, certo un lavoro di ricerca sulla sorte di queste navi e soprattutto dei loro equipaggi sarebbe affascinante ma credo assai difficile....


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MessaggioInviato: mercoledì 27 agosto 2008, 16:16 
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Iscritto il: mercoledì 9 agosto 2006, 18:08
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Credo meno difficile, almeno per quanto riguarda le navi, di quello che possa sembrare a prima vista. Ci sono delle pubblicazioni ufficiali prodotte dall'Ufficio Storico della Marina Militare con l'elenco di tutte le perdite, oltre che altri volumi di argomento navale.
Circa gli equipaggi, la cosa si complica perchè bisognerebbe controllare i ruolini di migliaia di persone e ricostruire i loro imbarchi.
Gli inglesi in questi campi sono dei veri maestri e fa rabbia leggere quanto dettagliate siano le notizie sulla loro flotta mercantile, passata e presente, rispetto a quanto si può trovare da noi.
Saluti


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MessaggioInviato: mercoledì 27 agosto 2008, 19:13 
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Iscritto il: martedì 27 giugno 2006, 17:48
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Località: Granducato di Toscana
Io ho scoperto queste notizie ,relative alla marina mercantile,su di un vecchio libro :
Forzate il blocco!
(l'odissea delle navi italiane rimaste fuori degli stretti allo scoppio della guerra)
di Dobrillo Dupuis
edizioni Mursia prima edizione 1975

Giancarlo


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MessaggioInviato: mercoledì 27 agosto 2008, 23:51 
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Iscritto il: giovedì 9 novembre 2006, 17:14
Messaggi: 417
Segnalo il:
Giornale Luce C0324
20/02/1943
Silenziosi eroi.
"Il largo contributo di sacrificio e di sangue che dà la Marina Mercantile Italiana alla Nazione in guerra"

visionabile sul sito www.archivioluce.com

Saluti
luca


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MessaggioInviato: sabato 30 agosto 2008, 0:48 
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Località: Ovunque, in sella alla vespa...
Quando fu posto al Duce il problema delle navi italiane in giro per il mondo e tagliate fuori dalla guerra, Egli rispose: "tanto tra poco potremo disporre delle navi inglesi e francesi".
E' andata proprio così...


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MessaggioInviato: sabato 30 agosto 2008, 11:32 
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Iscritto il: martedì 27 giugno 2006, 17:48
Messaggi: 1777
Località: Granducato di Toscana
G-master ha scritto:
Quando fu posto al Duce il problema delle navi italiane in giro per il mondo e tagliate fuori dalla guerra, Egli rispose: "tanto tra poco potremo disporre delle navi inglesi e francesi".

...e invece ci son toccate un pò di "Liberty"americane...

Giancarlo


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MessaggioInviato: sabato 30 agosto 2008, 12:54 
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Per nostra fortuna!
Erano nate come navi "usa e getta" però sono state la salvezza di molte marine mercantili. Del resto erano unità costruite adottando gli schemi più elementari, sia nello scafo che nell'apparato motore.
Saluti


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MessaggioInviato: domenica 31 agosto 2008, 16:15 
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Iscritto il: lunedì 23 gennaio 2006, 22:08
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Località: Ovunque, in sella alla vespa...
Più che altro si è trattato del primo esempio di cantieristica navale concepita per la produzione in grande serie.
Addirittura, negli ultimi tempi della guerra, i cantieri tedeschi che costruivano gli U-Boot si erano attrezzati proprio come i cantieri Kaiser: sezioni di scafo già complete di tutto, da assemblare in bacino.
Se non sbaglio, e lo dico perché non sono un grande esperto di tecnica navale, è il metodo che si usa ancora oggi.


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