il cliente è come la notorietà: ci vuole un sacco per conquistarla, un attimo a perderla: le nostre ferrovie hanno fatto così.
Per riprendersi la fiducia degli operatori che usavano i treni, e per conquistarne di nuovi, bisogna operare secondo la prima regola del buon operatore: fare le cose bene e farlo sapere: cose che le nostre ditte TI e RFI non fanno, o lo fanno male.
Intanto bisogna osservare il mercato di oggi: cosa vuole il cliente? puntualità, velocità, affidabilità, costi contenuti. Con la dismissione di migliaia di impianti minori, e la concentrazione del servizio merci in pochi grandi scali, il traffico diffuso è andato a farsi benedire. Occorerebbe qui riagganciare i clienti persi offrendo il servizio door-to-door. ovvero il ritiro a casa della merce e la consegna al domicilio del destinatario, un po' come si faceva con i carrelli stradali, ma la logistica intanto si è aggiornata nel tempo: ed allora è necessario ricorrere all'intermodalità anche per le piccole spedizioni: un operatore si occupa di raccogliere con propri mezzi la mercanzia e di avviarla al treno su container standard e viceversa per la consegna. Poi ci sarebbe da favorire: il ripristino dei raccordi, la promozione del trasporto di TIR su ferrovia su larga scala, l'assicurazione tempestiva di veicoli ai grossi clienti che ne fanno richiesta in particolari periodi dell'anno, la velocizzazione dell'inoltro. (sapevare che la stazione di Bagheria, quando ancora l'autostrada PA-ME non c'era, spediva da sola fino a 15.000 carri durante la campagna agrumaria?)...
Per il traffico PAX invece ci vuole affidabilità, puntualità, pulizia altro che soppressioni giornaliere, treni a capacità insufficiente, supplementi che nascondono mancati aumenti dei biglietti, manutenzione dei mezzi...
C'è comunque troppo da fare, queste sono le prime cose che mi vengono in mente, ma tutto deve essere precedeuto da una bella serie di calcioni nel sedere di chi sappiamo noi
