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MessaggioInviato: giovedì 11 gennaio 2007, 23:43 
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Iscritto il: martedì 31 gennaio 2006, 17:39
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Oh ragazzi,

sparate pure ogni tanto cavolate che è anche divertente da leggere, ma almeno usate correttamente le unità di misura!

A parte il fatto che i pantografi captano della corrente (e non una tensione), la tensione si misura in kilovolt, ove "kilo" nel sistema di misura internazionale (S.I.) si indica con "k" (minuscolo) e "volt" si indica con "V" (maiuscolo).

Quindi i kilovolt si scrivono kV (e non Kv). Analogamente i kilowatt si scrivono kW (e non Kw) eccetera.


Edelweiss


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MessaggioInviato: giovedì 11 gennaio 2007, 23:51 
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Iscritto il: martedì 17 gennaio 2006, 17:58
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...Captano una corrente...Forse perchè hanno degli IGBT, pilotati appunto in corrente...
Se avessero avuto dei JFET, allora i pantografi captavano una tensione??? :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

Ciao Max


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MessaggioInviato: venerdì 12 gennaio 2007, 12:47 
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Un applauso per Edelweiss!

Scusate, lo so che è OT, ma quando ci vuole ci vuole: da troppo tempo sono personalmente circondato da chi usa le unità di misura a capocchia e parlo... di tesi in ingegneria elettrica! Da far rizzare i capelli più che una scarica ad alto ""voltaggio"" :shock:


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MessaggioInviato: venerdì 12 gennaio 2007, 19:10 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 19:20
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:P :P :lol: Vi prego non smettete!!! :P :P :P Giuro che non avevo mai riso tanto in vita mia!!!

Tornando seri:
- complimenti per la lezione sulle unità di misura (era ora che qualcuno facesse chiarezza);
- interesserebbe anche a me sapere come avviene il passaggio dal 3000 al 1500 e viceversa...;
- dato che faccio il macchinista anch'io mi permetto di dirvi che il doppio pantografo in presa normalmente viene usato come rompighiaccio (in questo modo il primo "pulisce" il filo di contatto ed il secondo capta con meno difficoltà);
- se volete posso dirvi come avviene il cambio tra il 3000 ed il 15000 sulle 484 e sulle 474 di SBB Cargo (dato che le uso abitualmente...).
Buona serata a tutti
Matteo


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MessaggioInviato: venerdì 12 gennaio 2007, 19:17 
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Edelweiss ha scritto:
Oh ragazzi,

A parte il fatto che i pantografi captano della corrente (e non una tensione),

Edelweiss


Invece secondo me è più appropriato dire che captano tensione, visto che l'alimentazione della linea si configura come un generatore di tensione: quando è alzato il pantografo va allo stesso potenziale della linea aerea e poi la corrente captata varia a seconda della potenza richiesta.

In realtà è una questione di lana caprina, perchè il pantografo è anche il conduttore ATTRAVERSO cui passa la corrente.

Vi faccio notare come nell'uso comune si usano abbastanza indifferentemente i termini tensione e corrente, e ci si capisce benissimo. Ovviamente ooccorre avere ben chiara la legge di ohm, che definisce la relazione tra le due grandezze in un ramo di circuito.

saluti professorali
Massimo


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MessaggioInviato: sabato 13 gennaio 2007, 8:47 
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Iscritto il: martedì 31 gennaio 2006, 17:39
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:?: "Generatore di tensione"?

:roll: Per far girare i motori, dal cavo prelevo una corrente (= flusso di elettroni). La tensione di tale corrente (cioè la differenza di potenziale tra il cavo e la terra - misurata in Volt, da Alessandro Volta che ha inventato la pila) è ininfluente: io posso avere il pantografo sollevato, toccare il filo, metterlo quindi allo stesso potenziale del cavo e non prelevare alcuna corrente (per esempio se sono fermo e non sto "trazionando", a parte quanto assorbito dagli ausiliari).

Quando comincio a muovere il mezzo di trazione, prelevo corrente (misurata in Ampère, simbolo A), misurata con l'amperometro (uno degli strumenti principali che il macchinista deve tener d'occhio).

La tensione moltiplicata per la corrente mi dà V*A=W, cioè la potenza che viene espressa in Watt (dal nome dell'inventore della macchina a vapore, James Watt). Se volessimo andare oltre, potremmo aggiungere che la potenza è il lavoro svolto nell'unità di tempo, o (equivalenza lavoro = energia) l'energia assorbita nell'unità di tempo.

Per muovere uno stesso treno, con una linea p.ex. a 3 kV ci vorranno magari 1000 A (per una potenza impegnata pari a 3000 V * 1000 A = 3.000.000 W :shock: o 3000 kW o 3 MW, che è lo stesso), mentre per una linea a 15 kV (quando una 484 a Luino, stazione a me ben nota, cambia rete da RFI a SBB) la stessa potenza impegnata richiederà di assorbire solo 200 A (3.000.000 W / 15000 V = 200 A).

Questo spiega perchè le linee a corrente alternata, utilizzando una tensione molto più elevata del classico 3 kV (o 1.5 kV), sono fisicamente più leggere (devono trasportare meno corrente, a pari potenze in gioco, quindi i cavi sono più piccoli e più leggeri, e anche i pali devo reggere carichi meccanichi minori).

Riassunto: il pantografo assorbe corrente :idea: , non tensione.

Un saluto a tutti

Edelweiss


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MessaggioInviato: lunedì 15 gennaio 2007, 13:36 
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Località: Genova
Un applauso ad Edelweiss!

Non per il fatto che il pantografo assorbe corrente, giacché dal mio punto di vista non è inesatto affermare che "capta una tensione" (ossia consente di rilevare la differenza di potenziale elettrico fra la linea aerea e la terra, a prescindere dagli assorbimenti in atto, che, quando esistono, influenzano tale valore di tensione), ma per questo:

Cita:
(per esempio se sono fermo e non sto "trazionando", a parte quanto assorbito dagli ausiliari).


Finalmente qualcuno che utilizza correttamente il termine "trazionare" senza confonderlo con il verbo "trainare" come purtroppo ormai troppo spesso vien fatto su una nota e pur qualificata rivista del settore!


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MessaggioInviato: lunedì 15 gennaio 2007, 13:47 
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Una questione di lana caprina: perchè tutti parlano di tensione e corrente e mai nessuno di energia? Alla fine il tutto si riduce a quello: prelevare dalla rete l'energia necessaria per alimentare i motori ed ausiliari.


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MessaggioInviato: lunedì 15 gennaio 2007, 22:31 
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TaigaTrommel ha scritto:
Una questione di lana caprina: perchè tutti parlano di tensione e corrente e mai nessuno di energia? Alla fine il tutto si riduce a quello: prelevare dalla rete l'energia necessaria per alimentare i motori ed ausiliari.


Edelweiss ha letto con poca attenzione il mio messaggio, ma in realtà diciamo la stessa cosa. Infatti anche io ho detto che la corrente dipende dalla potenza assorbita a seconda del tipo di marcia.
Un generatore di tensione è definito un generatore che è in grado, idelamente, di mantenere una ddp costante qualunque sia il carico e cioè la corrente da erogare.
Ad esempio una linea aerea ideale dovrebbe dare sempre 3000 V, sia che vengano prelevati 1000 Ampere (Impedenza equivalente del carico 3 ohm - tralasciando il fatto che in realtà non è del tutto resistivo, anche in cc), sia che siano 500 A (carico 6 ohm cioè condizioni di minore richiesta di potenza).
In realtà come sapete la tensione varia un poco a seconda del carico di linea, come per tutti i generatori di tensione reali.

Viceversa un generatore di corrente ideale fa passare dai suoi capi sempre lo stesso valore di corrente, qualunque sia il carico e cioè qualunque sia la tensione che si sviluppa ai suoi capi, secondo la legge di ohm. Ma in ferrovia non potrebbe funzionare
Ad esempio se ci fosse un generatore ideale di corrente da 1000 A costanti, a motrice equivalente a 3 ohm la ddp ai capi sale a 3000 V, ma a motrice inattiva (resistenza infinita) ci sarebbero infiniti volt tra filo e terra.

A Taigatrommel spiego che la disquisizione su tensione e corrente, invece di parlare semplicemente di energia (cioè del loro prodotto) è importante perchè chiaramente è ben diverso (in termini di componenti di regolazione, sezioni dei cavi, qualità dell'isolamento) avere 3000 kW come 150 A * 20000 V che avere 3000 kW come 1000 A * 3000 V, come ha giustamente detto Edelweiss.

Ciao
Massimo


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MessaggioInviato: lunedì 15 gennaio 2007, 22:38 
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E' vero. Stravero!


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MessaggioInviato: domenica 21 gennaio 2007, 16:37 
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Potrebbe anche essere che la 464 vista da Malte fosse in "parking".

Il parking è una procedura che è possibile effettuare con le macchine più recenti del parco Trenitalia, ed è stata concepita per risparmiare tempo nelle località di regresso, per esempio.

Semplificando molto il concetto: prima, arrivati ad una stazione di testa con un materiale navetta (esempio: E646+media distanza+semipilota) si sarebbe dovuto "abbassare", cioè rendere inattivo il locomotore e recarsi nel banco di guida dal lato opposto del treno (semipilota o locomotore) per "rialzare" riabilitare la macchina. I termini "abbassare" e "rialzare" sono termini usati in gergo riconducibili alla manovra dei pantografi. E' chiaro che non è solo quella la procedura da compiere, però serve abbastanza bene a rendere chiaro il concetto.

Adesso, invece, con E464 e un qualsiasi materiale reversibile, quando si ha la necessità di invertire la marcia del treno, con il "parking" si "immobilizza" la macchina in tensione e ci si reca nell'altro banco di guida senza dover sempre ripetere l'alzamento (e abbassamento)pantografi, chiusura (o apertura) interruttore rapido/extrarapido, inserzione (o disinserzione) compressori, ventilatori, REC ecc. ecc.


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non era in parking era in piena corsa, con sti 2 panto in presa, a 140 km/h prima di gavorrano!


malte


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Allora è dimenticanza, o meno probabilmente un tentativo di risolvere qualche problema di funzionalità del trolley 2.

Tra le altre cose in quella zona raramente ci sono problemi legati alla tensione, anche quando si incrociano due macchine elettroniche al massimo sforzo di trazione (Gavorrano è il culmine di una ascesa piuttosto ripida da entrambi i lati).

Al massimo la macchina dovrebbe andare in attesa o scattare...


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MessaggioInviato: lunedì 22 gennaio 2007, 10:58 
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mh...ma come si fa a dimenticare 2 pantografi in presa?

ai fini funzionali può succedere qualche cosa alla macchina?

malte


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A volte si può dimenticare perchè, dopo una sosta prolungata del materiale, viene a mancare l'aria compressa necessaria a spingere verso l'alto il pantografo e allora "si fa l'aria" e poi si alza il pantografo più vicino ai compressori.
Questa è una prassi delle macchine più anziane, come il 646, e nella 464 non ha troppo senso, però può essere un "riflesso condizionato".

Per quanto riguarda i danni che può causare, a parte le implicazioni dinamico-meccaniche delle quali ci saranno amici più competenti in materia, si rischia di rimanere senza pantografi efficienti nel caso di rottura totale o parziale del primo pantografo rispetto al senso di marcia, che andrebbe inevitabilmente a danneggiare il secondo.
Inoltre, avendo entrambi i trolley in presa, in caso di avaria o rottura di uno dei due pantografi, sarebbe più difficile rendersene conto, perchè la macchina comunque riceverebbe regolarmente tensione.
Però, almeno per quello che riguarda la mia esperienza, accade molto di rado. Ho visto solo una 642 e una 464, e per giunta è successo in stazione o in deposito, dove probabilmente la posa della linea aerea è meno "precisa" che in linea.


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