Non ricordo l'anno ma idealmente credo che fosse il 1982.
Andavamo in gita a San Paolo Solbrito, a pochi chilometri di distanza da Villanova D'Asti... Ricordo il treno, forse erano ancora delle carrozze tipo '59, i sedili erano duri, il rumore dei carrelli era quasi fastidioso, e il cadenzare delle giunte delle rotaie era molto ben scandito anche dalla cassa. Il colore era grigio, gli alti scalini di ingresso erano per noi scolaretti di terza elementare quasi insormontabili...
Ricordo come fosse oggi le sgridate della maestra Daniela, per la mia costante e irrefrenabile incapacità di stare in fila.. La presenza del "nostro" treno a Porta Nuova a Torino mi eccitava da matti... In una delle tante fughe dalla fila, mi concessi di scoprire in anteprima quale fosse la macchina che ci avrebbe tirati fino a destinazione...
Una anziana E636 era in cima al treno, con le luci accese ed i ventilatori che rumoreggiavano da dentro la cassa.. Al mio avvicinarmi si misero in moto i compressori dell'aria, come per confermate la vitalità del vetusto mezzo..
Saliti a bordo ci spostammo nelle carrozze, fino a trovare la nostra giusta collocazione... Tutta la classe intonava i canti che Daniela ci aveva insegnato, le femminucce nel frattempo giocavano a quel gioco che io mai imparai.... Battere le mani stando una di fronte all'altra, cercando con ritmo frenetico di far combaciare i palmi senza "spalmarseli" sulla faccia....
Io invece mi spiaccicavo al vetro della carrozza per capire appena dopo la partenza da quale direzione i treni arrivassero verso Porta Nuova, dal Quadrivio Zappata, il cui trincerone era mia meta abituale quando il mio papà Salvatore con le sue forti mani callose mi reggeva sporgendomi per farmi guardare gli amati treni...
Intanto l'incessante muoversi del treno ci aveva già portati a fianco dei depositi locomotive, e ancora qualche vaporiera accantonata si vedeva su tronconi di binario morto... A Lingotto una lunga teorie di vagoni bisarca si arrampicava verso corso Maroncelli, per andare a fare il pieno di automobili dentro la Fiat Mirafiori.... Chissà forse avrebbero caricato delle fiammanti 127, oppure che so... delle 128..
Passati sul tratto di Moncalieri scavalchiamo il ponte di mattoni sulla Piazza del Mercato di Bestiame... il treno è quasi dieci metri sopra tutto, e domina il tutto dall'alto..
A Trofarello una 626 che arriva credo da Savona tira una lunga teoria di vagoni Interfrigo, i primi, ricordo come fosse stamane erano belli, mi ricordavano quello della Lima che io avevo a casa... Gli altri erano piuttosto sporchi, colore "rosso-ruggine-ferodo", segni di tanta, tanta strada...
Il treno prende velocità, dopo essersi fermato, noi eravamo su un convoglio lento, di quelli che "fanno una pisciatina" in ogni stazione.
Cambiano, Pessione, Bianchi.... Tutto sulla To-Ge... Mi feci accompagnare in cima al treno, credo che fosse la mamma di Vittorio Lombardi, un mio compagno.. Volevo vedere il 636 mentre ci conduceva a destinazione... Il suo modo sicuro di portarci in giro mi affascinava, si muoveva in modo diverso dalla prima carrozza, lo osservavo dal vetro della porta dell'intercomunicante. Si capiva bene come era la dinamica di movimento... Quando lui tirava la carrozza si alzava, quando frenava la carrozza si abbassava tanto da far credere che si infilasse sotto il locomotore.. Mi sono sempre chiesto perchè i locomotori hanno le luci bianche accese anche dietro... Da dentro i vetri del 636 si vedeva qualche lucina, quanto avrei voluto poter entrarci per capire, per provare, per imparare... Ho sempre voluto fare il macchinista, ma ahimè, la mia scarsa capacità visiva fu uno degli ostacoli che mi impedì di entrare nel Genio Ferrovieri...
Intanto impegnamo una lunga discesa che si fa curva, stiamo scendendo da Bianchi prima curva a destra poi a sinistra... Si sente che la loco smette di tirare e va giù per inerzia.. Mentre mi chiedo cosa succede si ode il suono dell'aria che spinge sui freni che annuncia il nostro imminente arrivo. La maestra Daniela ci fa alzare in piedi, come al solito conta le teste, e cerca con sguardo severo me ed il mio compagno Davide Riefolo, eterni incoscenti e incontenibili generatori di disgrazie e preoccupazioni...
Si scende su un marciapiede che fa sorridere.. Sembra una fermata del tram, non c'è neanche il fabbricato stazione.. Sono una casupola con la "T" del telefono bianca su sfondo nero...
Saluto il treno che arriverà a Genova, e lui con le sue due luci tremolanti posteriori mi fa "l'occhietto"..
Al ritorno dopo una felice giornata in una splendida casa di campagna, ci avviciniamo ai binari della ferrovia... Niente passerella o sottopasso... Il ponte stradale che sovrasta la ferrovia funge da unione dei due lati della "stazione"...
Intanto che si attende il nostro lento e tranquillo treno si sente arrivare, per il riflesso del frastuono nella valle, un treno merci... UAO! una bella E645 con ancora tutte le modanature, ormai opache, ma presenti. tirava dei carri chiusi con alla fine una serie di carri cassone vuoti che facevano il doppio del baccano..
Ormai avevo imparato a capire quando c'era un treno in arrivo... La frequenza con cui i doppi fili della catenaria iniziano a muoversi si sa con sicurezza se un treno si appresta a passare..
Un altro poco e i fili ballano di nuovo.. Eccitato dal sapere cosa sta per passare ascolto con attenzione isolandomi a livello sonoro dal resto della classe: le rotaie cominciano a "cantare" ma non è il classico suono che fanno poco prima che un treno le percorra.. è diverso è più sibillino. Per me che avevo una certa "esperienza" nel distinguere i treni anche solo dal rumore, questo concerto di suoni era piuttosto strano...
I fili vibravano quindi era vicino.. uno squillo di tromba e dalla curva in salita che finisce proprio a San Paolo Solbrito ecco spuntare una fantascentifica sagoma avveniristica simile ad un aeroplano.... "E' il Pendolino!!!! E' il Pendolino" salto gridando... Lo conoscevo perchè nel catalogo della Lima di quell'anno era annunciato come "Novità" e io tanto avrei sognato di possederlo...
Era bello e silenzioso, veloce, volava sulle rotaie, sembrava un "lombricone" argento e azzurro. Passato in un battibaleno lo vidi re-inclinarsi dalla parte opposta nella successiva curva... Le sue due luci fisse rosse posteriori sparirono da lì a poco, ma ancora sentivo il canto delle rotaie che si smorzava..
Poco dopo un'infaticabile E424 con mezza saracinesca laterale aperta ci raccoglieva dal marciapiede, e con tanta santa pazienza e devozione ci portava a casa...
All'uscita della stazione mi giro come per ringraziare la "vecchia" locomotiva, che ormai perdeva i suoi vagoni tolti da chissà quale locomotore da manovra...
Intanto un ultimo carrello bagagli elettrico con i suoi rudimentali vagoncini ci tagliava la strada.
Usciamo dalla stazione, ed un bel Autobus Esatau Lancia della linea 64 ci aspetta per condurci alla scuola dove le nostre mamme ci attendono per portarci a casa a raccontare..
Arriverò a casa e dopo aver raccontato tutto a mio papà, riprendo in mano il mio catalogo della Lima, e continuo a sognare... A quei tempi il mio babbo era senza lavoro, e mai mi sarei permesso di chiedere qualcosa, tanto meno un trenino nuovo...
Monto i binari e ci metto sopra la mia 424 con motore "G"... e questa volta il macchinista lo faccio davvero....
Zio JO
